ALONE, il nuovo disco di GIANNI MAROCCOLO
Il 17 dicembre è uscito Alone vol.1, primo capitolo del nuovo progetto solistico di Gianni Maroccolo.
Gianni Maroccolo è un musicista, compositore e produttore che ha cambiato la scena musicale italiana fondando: i Litfiba negli anni ’80 e i CSI nel decennio successivo.
Proseguendo poi con innumerevoli produzioni e collaborazioni artistiche, in cui la sua musica ha spesso dialogato con il cinema, il teatro, l’arte contemporanea e la scienza.
Alone, quasi 50 minuti in sei tracce, è un “disco perpetuo” come lo definisce lo stesso Marok.
Non un album isolato ma un percorso sonoro unico e senza fine, articolato in molteplici tappe con cadenza semestrale: il 17 dicembre e il 17 giugno di ogni anno verrà pubblicato un nuovo episodio di un’avventura.
Insieme alle creazioni musicali di Gianni ci saranno anche le splendide illustrazioni dell’artista visivo Marco Cazzato e i racconti visionari e immaginifici dello scrittore e critico musicale Mirco Salvadori.
E, come in tutti i viaggi, in cui sempre si incontra qualcuno, Maroccolo incrocerà lungo la traiettoria altri compagni d’avventura.
A partire da questa prima tappa con Jacopo Incani, meglio noto come IOSONOUNCANE, e Stefano Rampoldi, in arte Edda.
Insieme a IOSONOUNCANE l’autore toscano ha composto, suonato e manipolato una tribalissima suite, cosmica e sonica come Tundra.
Con Edda ha realizzato, invece, il brano di ispirazione induista Altrove, un mantra di buon auspicio, psichedelico e spirituale.
Ma Alone, che si apre con Cuspide, ospita anche la tromba mariachi di Enrico Farnedi e la voce profonda di Luca Swanz Andriolo; entrambi presenti in Sincaro, la seconda degli unici due brani cantati.
Su tutto, c’è il ricordo di Claudio Rocchi, fra i protagonisti assoluti del rock progressivo italiano degli anni ’70, scomparso nel 2013 e legato a Maroccolo per il progetto VdB23/Nulla è andato perso.
Il disco (non) si chiude con Alone to be continued, epilogo che è già introduzione al volume successivo.
Una placida malinconia cosmica che, oggi che riceviamo immagini panoramiche e ad altissima definizione di Marte, più contemporanea di così non potrebbe essere.
Un lavoro trascendente, una riflessione sulla bellezza dell’universo e sulla sua lingua primaria: la musica.
In sintesi: l’essenza estetica e concettuale di Gianni Maroccolo.