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Carlo Budel: il Rifugista più famoso d’Italia

Carlo Budel: vivere 100 giorni d’estate in cima alla  Marmolada è un sogno!

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Carlo, come hai maturato questo progetto, lasciando la tua vita lavorativa, per raggiungere il punto più alto delle Dolomiti e viverci 100 giorni all’anno? Raccontaci com’è stato il tuo viaggio interiore verso la “Grande Montagna”.

Dopo 18 anni ero stufo di fare sempre lo stesso lavoro in cartiera col muletto e, allora, mi sono detto “Cambia e vai a fare esperienza nei rifugi!”. Subito dalla fabbrica mi sono fatto 20 mesi senza far niente, sono andato solo in montagna. Successivamente son partito per andare a Malga Ciapela a fare l’aiuto cuoco. Lì ho conosciuto Aurelio Sorarù che mi disse di aver acquistato Capanna di Punta Penia. E’ così che sono arrivato lassù. 

Il mio viaggio interiore verso la Grande Montagna è stato bello dal primo giorno della prima stagione. Qualche giorno prima sono andato sù due giorni di fila per liberare la Capanna dalla neve. Il giorno che dovevamo aprire è arrivato l’elicottero per fare i carichi di tutto il materiale da portare in quota. Abbiamo fatto 10 viaggi per portare sù tutto. Ero passato dal lavorare in fabbrica ad andare a lavorare in cima a un ghiacciaio. Ero strafelice!

Sei il Rifugista più famoso d’Italia grazie ai social dove posti immagini che tolgono il fiato, l’incanto, la bellezza di una natura che esplode in tutta la sua magnificenza, ne sei testimone e custode. Grazie a questo, molte persone si sono avvicinate alla Marmolada, la Regina delle Dolomiti e possiamo dire che sei un prezioso tassello per incentivare il turismo. Affrontare i 1.350 metri di dislivello dal lago Fedaia, credo non sia per tutti. Come ci si arriva ai 3.343 metri di altitudine di Punta Penia?

Per arrivare a Punta Penia, la via più corta è dal lago di Fedaia, o si sale per la normale attraverso il ghiacciaio che a inizio stagione è anche relativamente facile perché c’è tanta neve, i crepacci sono chiusi da essa e c’è un punto attrezzato. Altrimenti si può fare il piccolo ghiacciaio del Vernel e salire per la ferrata Cresta Ovest che si libera verso luglio perché prima la neve non lo permette. Per non fare nessun ghiacciaio invece, si può partire da Alba di Canazei passando per il Rifugio Contrin arrivando sulla forcella Marmolada. Oppure partendo anche da Malga Ciapela e dal Rifugio Falier.

Per chi non è esperto di ghiacciai o di ferrate meglio però affidarsi a una guida alpina, per l’esperienza e anche perché fornisce tutta l’attrezzatura adeguata.


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La tua giornata in Capanna come si svolge?

Quando mi alzo per prima cosa accendo la fornella che si è spenta durante la notte. Scaldo il caffè e vado fuori a guardarmi l’alba insieme a tutte le persone che dormono lassù. Non serve neanche la sveglia, perché dal momento che il sole inizia ad albeggiare, tutte le persone escono a guardarsi l’alba ed è inevitabile svegliarsi.

Successivamente preparo le colazioni per le persone che hanno dormito in quota. Quando poi queste pian pian si rimettono in marcia per la discesa, altre persone invece arrivano per mangiare una fetta di dolce o un piatto di zuppa.

Questa è la giornata fino al pomeriggio, servire tutti i clienti che arrivano in quota e scattare qualche foto insieme. Verso il tardo pomeriggio invece sistemo quello che c’è da sistemare per dare poi il benvenuto ai nuovi arrivati che si presentono ad orario di cena. Dopo cena si chiacchiera tutti insieme, si contempla il tramonto e alle dieci si va a dormire. Il giorno dopo alle cinque ci si sveglia per guardare un’altra alba.

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Vivere a Punta Penia tutta l’estate è un sogno!

Carlo, di cosa parla il tuo libro “La Sentinella delle Dolomiti” ? Sappiamo, inoltre, a breve uscirà il tuo secondo libro, puoi raccontarci qualcosa a riguardo?

Nel libro “La Sentinella delle Dolomiti” ho raccontato la storia della mia vita dai due anni ai quarantacinque anni. A giugno esce “Le mie montagne” dove c’è qualche racconto, ma principalmente ci sono foto che raccontano il primo libro attraverso le immagini.

Consiglio a tutti di venire su in Marmolada almeno una volta nella vita e di passarci una notte. Far toccata e fuga in Marmolada è un rischio, perché si può incappare nella nebbia o nel brutto tempo. Invece dormire lassù a guardare il tramonto e l’alba, è un’esperienza indimenticabile. 

I mesi che non sei al Rifugio li trascorri in compagnia di Paris, la tua splendida quattro zampe, quanto ti manca quando sei a Punta Penia?

Paris sì mi manca perché è la mia migliore amica. Quando non sono in stagione, sono sempre con lei per le montagne, ma non posso portarla in quota perché ha 14 anni ed è troppo alto per lei, soffrirebbe l’altezza a 3.343 metri. Quindi Paris sta a casa ma non è mai sola, è con mio fratello o con mio papà per andare a funghi. 

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Dopo tre anni di stagione, è diventata una routine consolidata il ritorno in Capanna, oppure la notte prima di ripartire provi ancora qualcosa di speciale? Qual è il tuo stato d’animo?

Non diventa mai una routine, anche se questo sarà il quarto anno. Adesso sono qui al Castiglioni, faccio un po’ di lavoretti, dò una mano ad Aurelio che è il proprietario e poi non vedo l’ora di tornare in Marmolada.

Sarò in cima alle Dolomiti per trascorrere 100 giorni in pace assoluta. Dormire senza sentir nemmeno un rumore, svegliarsi la mattina e vedere albe pazzesche o bellissimi tramonti. Quello che si vede lassù, non lo si vede da nessuna parte. Vivere lassù d’estate è qualcosa di incredibile e io non mi stanco mai di vedere tanta bellezza.

Per concludere una piccola curiosità!

Carlo, leggendo un po’ in giro ho scoperto che sei famoso anche per i dolci che prepari agli ospiti del Rifugio, hai sempre avuto questa passione? Visto il successo ottenuto, hai mai pensato di dare un nome ai dolci che prepari?

Lo strudel si chiama Strudel Punta Penia a 3343 metri.

Ho sempre avuto la passione per cucinare fin da piccolo aiutando mia mamma. Poi quando guardo quel poco di televisione lo faccio per i programmi di cucina. Imparo e dopo sperimento, provo e se viene male rifaccio. Mi piace fare i dolci e cucinare mi dà soddisfazione!

Un giorno, per scherzo, ho iniziato a postare sui social ciò che cucinavo, da lì le persone hanno iniziato a venire in quota per mangiare appositamente una fetta di strudel! Alcuni venivano per prendere una o due fette di dolce da portare alla mamma o alla morosa. Poi alla sera o il giorno dopo, le mamme e le morose mi scrivevano sui social per dirmi quanto buono fosse lo strudel. Cose incredibili!

 

Carlo Budel e Arrigo

In questa foto c’è Arrigo. E’ un signore che viene su tutti gli anni il 4 agosto da Portogruaro, per festeggiare il suo compleanno. Quest’anno mi ha promesso che viene per festeggiare i 90. Lui sale da Alba di Canazei, quindi fa la via più lunga. Quest’uomo è un mito. Penso di non aver mai visto una persona umana così in forma come Arrigo. 

Carla Zanutto

Photo Credits Carlo Budel

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