La doppia spunta blu: Whatsapp
Whatsapp è sicuramente la chat più diffusa al mondo.
Negli anni più recenti alcune tecnologie come Whatsapp hanno rivoluzionato completamente il nostro modo di comunicare.
Noi figli degli anni Settanta ed Ottanta eravamo quelli della telefonata “Pronto Signora, potrei parlare con suo figlio?” Perchè il telefono era quello di casa, di famiglia, dove dovevi presentarti e dire con chi volevi parlare.
Siamo stati quelli delle citofonate per far scendere gli amici ” Sono Tiziana, può scendere Alessandra?”
Ad un certo punto le cose sono cambiate. Radicalmente.
Non è stato più necessario cercare una cabina telefonica e passare attraverso il passaggio di cornetta, o citofonare. Sono arrivati i telefoni cellulari e con loro innovative modalità comunicative, dagli squilli che hanno vanificato i citofoni, agli sms, che hanno regalato nuova vita alla comunicazione scritta. Una vita fatta di contrazioni linguistiche quantomeno azzardate.
Con gli sms si è fatta avanti tutta una serie di nuove elucubrazioni mentali. “L’avrà ricevuto?” e giù a usare la ricevuta di ritorno. Allora poi si passava al “Lo avrà letto?” e, dopo un certo numero di ore, partiva l’arrovellamento sul perchè mai non mi risponde. La scusa plateale quando ci si rivedeva era avere terminato il credito.
Dopo un po’ internet ci ha tolto anche il beneficio del fine credito, sono nate le chat dove si possono inviare messaggi istantanei gratuiti. La regina delle chat è già da un po’ di tempo Whatsapp.
Inizialmente, si poteva sapere se il messaggio era arrivato e da quanto la persona non accedeva all’applicazione. Ora qualche genio del male ha ideato la famigerata “doppia spunta blu“. Quando un messaggio viene visualizzato arriva la doppia spunta blu al mittente che sa quando il destinatario ha letto.
Ora non ci sono più scuse.
“Tu hai letto e non mi rispondi”.
“E’ come se fossimo nella stessa stanza e tu non mi rivolgessi la parola”.
Le elucubrazioni mentali in proposito sono davvero potenzialmente infinite. Un rimuginare che fomenta sospetto.
Possiamo in ogni caso tirare tutti un sospiro di sollievo.
Sì, perchè quelli che si fanno le “seghe mentali” sulla doppia spunta blu, sono quelli che se le facevano sul fatto che al telefono ti dicevano che lui non era in casa e giù a pensare che si era fatto negare o chissà con chi poteva trovarsi. Magari era uscito a buttare l’immondizia.
La tecnologia incrementa modalità che soddisfano il nostro bisogno di comunicare. Le “seghe mentali” sono senza tempo.
Tiziana