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Elisa Bellino e il suo blog “Theladycracy”

Elisa Bellino, fondatrice del blog “Theladycracy”

Elisa Bellino è una delle blogger italiane più apprezzate, appassionata moda, bellezza, costume e società.

Elisa Bellino
Foto da Instagram

 

Sei laureata in comunicazione e New Media, sei una fashion blogger italiana più amate e sei anche mamma. Raccontaci un po’ di te

Sono più brava a raccontare le storie degli altri, ma cercherò di provarci ugualmente. Ho una formazione umanistica e dopo la triennale in Comunicazione ho conseguito la laurea magistrale in Tv Cinema e New Media. Ai tempi mia figlia Ginevra aveva 7 mesi, quindi ho passato una gravidanza abbastanza inusuale (leggi da panico). Volevo assolutamente portare a termine il mio percorso universitario, anche se questo voleva dire sostenere 5 esami e scrivere la tesi in un momento così particolare come la gravidanza. E’ stata una grande soddisfazione discuterla con mia figlia tra il pubblico. Nei momenti più incasinati, penso sempre a questo e mi dà una grande forza.

Dopodiché, solita storia da neolaurata: spam di curricula, un corso di marketing e una breve esperienza da Zara, finché non sono inciampata in un annuncio in cui cercavano persone amanti della scrittura per la creazione di un nuovo blog-zine di moda. Da lì in poi è cambiato tutto. Ho iniziato a fagocitare libri di moda e costume. Ho imparato a scrivere contenuti per il web, a creare piani editoriali e immagini promozionali per i social network e a fare rete con uffici stampa e agenzie di Milano.

Nel 2014 è nato THELADYCRACY.IT il mio sito di moda, costume e società.

Uno spazio in cui accanto all’attenzione alle novità posso liberamente approfondire il settore del fashion business, quello della comunicazione, del marketing e della sociologia. Grazie al mio lavoro sul sito ho avuto la possibilità di entrare come addetta ai lavori in una realtà che avevo sempre e solo osato scrutare in lontananza. Solo dopo un po’ di anni i riflettori sono andati sempre più abbassandosi sul mondo del blogging a favore di Instagram. Questo mi è sempre dispiaciuto e non nascondo di provare ancora rancore verso questo social, dal quale, dopo 8 anni, sto prendendo sempre più le distanze. Ora pubblico solo quando ho voglia di farlo, senza dover essere assillata dall’aggiornare il mio feed, dal mettere raffiche di like, dal commentare cose che non amo veramente e dal mostrare parti della mia quotidianità senza una vera ragione, ma solo perché lo impone il mezzo.

 

In questa saturazione di “personaggi pubblici” e di flussi indiscriminati di chiacchere vacue, credo che la discrezione sia un valore da riconsiderare. Inoltre, ritengo si dovrebbe prendere la parola solo quando si ha qualcosa di rilevante da esprimere, anche se le tendenze spingono gli utenti a fare il contrario. In conclusione, otto anni sono tanti, ho esplorato un po’ tutte le modalità di lavoro su questo social, subendone anche le rapide involuzioni, nel frattempo, sicuramente, io sono invecchiata, ma Instagram con me.

 

Theladycracy è un blog a 360 gradi: parli di moda, di costume e di società. Da dove nasce quest’idea? Ti aspettavi così tanto seguito?

L’idea l’ho maturata quando mi occupavo dell’altro blog-zine di moda. Come dicevo, mi sono rifatta la libreria con volumi di libri di moda e storia della moda. Sono sempre stata convinta che il contenuto scritto fosse la cosa più importante per una blogger. Ecco perché dovevo e volevo diventare un’esperta. In questo modo, la mia autorevolezza sarebbe stata il punto su cui puntare per emergere dal ridicolo palcoscenico delle “fashion blogger”, che a quei tempi erano attaccate e derise da tutta la stampa. Ho sempre lavorato affinché le parole e i pensieri mi rendessero credibile, al di là dell’apparenza, dei follower e dei like.

elisa bellino
Elisa Bellino

 

Si parla sempre più spesso di moda sostenibile ed eco friendly. Credi che le aziende stiano davvero cambiando qualcosa nei l’orso processi produttivi in questo senso?

Le grandi aziende hanno fiutato l’affare della sostenibilità già da qualche anno soprattutto dopo le proteste legate al crollo del Rana Plaza. Dopo le accuse di sfruttamento dei lavoratori nei paesi sottosviluppati e dopo la diffusione dei dati relativi alle tonnellate di rifiuti e inquinamento che il mondo della moda e la propria clientela produceva ogni anno.

Il Fashion Pact siglato nel 2019, le incursioni di Greta nei media e il relativo buzz creato sui social da questo particolare personaggio, hanno fatto sì che il tema della sostenibilità acquisisse sempre maggiore rilevanza anche tra la massa. Al di là delle promesse e delle iniziative carbon neutral ( il cui impatto rimane ancora difficile, se non impossibile da misurare) oggi diverse aziende tentano di produrre nuove collezioni con tessuti di scarto, riciclati o invenduti, ma è anche vero che ad aprile-maggio scorso si parlava di un abbandono di massa dei vecchi calendari della moda così da favorire il desiderio e il ritorno ad un ritmo più lento e umano del ciclo di vita del prodotto, ma nei fatti, oltre ad Armani, Jacquemus, Saint Laurent, Gucci e qualcun altro non sembra che i grandi nomi vogliano rinunciare alla visibilità che i vari lanci e pre-collezioni apportano ai loro brand.

In poche parole, per come la vedo io, da parte delle aziende c’è ancora troppo marketing e poca pratica, da parte dei clienti, invece, finché sostenibilità sarà un termine interscambiabile con risparmio o affare, si può stare certi che non cambierà nulla.

Che rapporto hai con i social? Qual è il tuo preferito e quanto sono importanti per la tua vita e per il tuo lavoro?

Ho introdotto sopra l’argomento riguardante il mio rapporto con Instagram, pertanto, ribadisco di non averlo mai amato, in primis perché ha spodestato i blog e ha ribaltato tutto il sistema dell’editoria abbassando gravemente il livello culturale medio dell’offerta. In secondo luogo perché il visivo non può essere l’unica forma di espressione della società e, infine, perché i contenuti che promuove l’algoritmo sono sempre più ripetitivi.

Per tutti gli altri punti, quali la pericolosa tendenza del concentrare l’attenzione dell’umanità unicamente sull’apparenza o la pressione indotta negli utenti nel competere e nel confrontarsi perennemente con gli altri, con annessa perdita di obiettività nel separare la finzione dalla realtà, credo che dovrebbe essere davvero utilizzato con grande consapevolezza e, possibilmente, il minimo del tempo possibile. Creo contenuti e gestisco pagine social per piccole imprese e brand, ma anche loro devono capire che non possono fare cieco affidamento su questi mezzi per avere successo.

Quali sono i tuoi must per questa stagione e qual è il capo a cui proprio non sai rinunciare che non manca mai nel tuo guardaroba?

I must per questa stagione sono quelli dell’anno scorso e quelli degli anni precedenti. Se si compra con coscienza “i must” si traducono nei pezzi chiave che contraddistinguono il nostro stile personale. Nel mio caso sono: i blazer oversize, i mom jeans, le canotte basiche e per l’estate abiti e top con la schiena nuda. Nel mio guardaroba non mancano mai le giacche dal taglio maschile, mi piace molto l’innesto di forme mascoline sulle silhouettes femminili.

elisa bellino

 

Con la pandemia e lo smartworking tante donne hanno “rinunciato a vestirsi bene” con la giustificazione di non dover uscire. Che consigli dai per non lasciarsi troppo andare nonostante si viva molto di più tra le mura domestiche

Innanzitutto consiglierei loro di truccarsi ogni mattina, l’occhio vuole sempre la sua parte e noi dobbiamo vedere allo specchio una persona propositiva, che si ama e che si prende cura di sé. In secondo luogo, le inviterei a spegnere la televisione, i social, la radio e qualsiasi altra fonte di disarmonia per sintonizzarsi con energie positive e di dedicarsi a ciò che loro piace di più: leggere, dormire, cantare, meditare, pregare, farsi un bagno, una tisana, una passeggiata, yoga; insomma, qualsiasi cosa, basta che non sia “condizionato” dagli umori negativi di cui il mondo dell’info-tainment è piena e non per caso.

 

Se ti dovessi descrivere in tre aggettivi quali sceglieresti?

Umorale, sensibile, strana

Elisa Bellino

Siamo molto curiose: c’è qualche progetto futuro che hai voglia di svelarci?

Il mio primo progetto post 2020 disruption è fare il minimo al massimo. Il secondo è pubblicare un libro che sia una raccolta dei miei articoli più interessanti. Voglio che sia un prodotto d’arredo, oltre che piacevole da leggere e sfogliare, desidero che sia esteticamente appagante da guardare.

 

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Federica Donati

 

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