Giada Buldrini e Serena Galassi: due mamme e tre figli
Giada Buldrini e Serena Galassi, la loro storia
Sono le duemammetrefigli che attraverso i social, divulgando i loro percorsi di fecondazione eterologa, aiutano altre coppie gay a realizzare lo stesso sogno: formare una famiglia
Giada Buldrini e Serena Galassi sono compagne di vita e nel 2013 diventano mamme di due gemelli e qualche anno dopo coronano un altro sogno diventando mamme di una bellissima bambina.
Giada e Serena come vi siete conosciute e quando avete capito di esservi innamorate?
Ci siamo conosciute ad un torneo di calcetto dove lei mi notó, ma non fece nulla.
Ma in realtà ci siamo presentate due volte: prima e dopo il torneo.
Poi abbiamo iniziato ad uscire insieme nella stessa compagnia fino ad una serata nella quale, appena la vidi arrivare, mi scattó il colpo di fulmine (ritardato) e quindi quella sera ci provai. Da lì in poi, beh è stato un crescendo.
Quali sono i pregiudizi che avete dovuto combattere?
Faccia a faccia, non ci è mai ancora capitato nessuno da affrontare che avesse pregiudizi. Gli unici che ci sono capitati sono i classici leoni da tastiera che scrivono di tutto e di più.
Uno ci ha addirittura augurato la morte e ci ha chiesto di liberare i “nostri” figli dall’oppressione della comunità lgbt.
Sue testuali parole, anche il virgolettato. È stato il commento più brutto mai ricevuto e se siamo oppressi non è colpa nostra, ma di queste persone!
Siete sempre state supportate dai vostri genitori, dalle vostre famiglie?
Si, siamo sempre state supportate. Anche se i miei genitori all’inizio avevano paura dei pregiudizi, di cosa avrebbe potuto pensare la gente.
Invece quando le persone ti conoscono e “gli sbatti in faccia” la realtà, ci mettono un secondo per capire ed accettarci. Gli omofobi li ho solo trovati nei commenti sui social, i cosiddetti leoni da tastiera, o quelli che ti scrivono per versi biblici o evangelistici.
Mentre i genitori di Serena hanno solo faticato a capire come avremmo fatto per realizzare la nostra famiglia. Sapevano da tempo che Serena aveva un forte desiderio di maternità.
La decisione tanto sentita da due persone che si amano, di formare una famiglia non deve essere stata facile. I vostri bambini sono nati attraverso il metodo Ropa, ci spiegate brevemente in cosa consiste?
Il metodo Ropa non è altro che una donazione degli ovuli all’interno della coppia, fecondati in vitro con il seme di un donatore anonimo.
Per la legge italiana i vostri figli sono riconosciuti da entrambe?
Due su tre, al momento, sono riconosciuti da entrambe. Abbiamo ottenuto dal Tribunale il riconoscimento dei gemelli a gennaio 2020. Per la piccola non abbiamo potuto ancora fare nulla, purtroppo.
Siete presenti nei social e molti follower vi seguono con affetto, un bellissimo riscontro che segna un grande traguardo per una nuova identità di pensiero, senza stereotipi e pregiudizi! Il vostro blog racconta di voi e della vostra vita: avete qualche progetto in mente per proseguire in questa avventura di condivisione della vostra esperienza, o qualche sogno nel cassetto da realizzare?
La nostra missione sui social è poter aprire le menti ed abbattere questi tabù. Poter aiutare e dare coraggio a tante persone che fanno fatica a capirsi o ad accettarsi o a fare coming out.
Ho iniziato condividendo la nostra quotidianità. La vita normale di una qualsiasi famiglia. Proprio perché, come dicevo prima, quando le persone ti conoscono, capiscono che non c’è nulla di male ad accettare “tutto il pacchetto”, capiscono che è la normalità.
Poi la gente ha iniziato ad incuriosirsi sempre più, fino a chiedermi spesso, come abbiamo fatto ad avere dei figli, quindi ho iniziato a fare video informativi più specifici. E devo dire che non mi dispiace, perché la fecondazione in Italia è un altro grande tabù anche tra le coppie etero.
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Carla Zanutto