chick lit
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Il genere letterario Chick Lit

Il genere letterario Chick Lit, cos’è e come si distingue dal romance

Chick Lit, etimologia: nello slang statunitense, chick è un termine informale per dire “ragazza” che deriva da chicken (paragonabile al nostro italiano “pollastrella”); lit invece è l’abbreviazione di literature (“letteratura”).

Il Chick Lit è un genere di narrativa incentrato sulle giovani donne lavoratrici e sulle loro vite emotive. Il Longman Dictionary of Contemporary English definisce infatti i chick lit come i “libri sulle giovani donne e sui problemi tipici che hanno con gli uomini, con il lavoro, con la forma fisica ecc. In particolare sono dei romanzi scritti da donne per le donne“.

Le copertine di questi volumi sono molto spesso simili e saltano all’occhio molto facilmente: colori pastello sgargianti, personaggi a fumetto, glitter, tacchi a spillo e titoli in lettering. Se siete frequentatori delle librerie, sapete benissimo di cosa sto parlando e in questo momento starete pensando: “ Ah, ho capito!”.

Questo genere letterario ha guadagnato la sua popolarità alla fine degli anni novanta e inizi degli anni duemila.

Con i titoli in cima alle liste dei bestseller, la crescita editoriale si è vista spinta verso questo nuovo genere letterario. Sebbene a volte includa elementi romantici, il chick lit non è generalmente considerato una sottocategoria diretta del genere dei romanzi rosa (romance). Il rapporto della protagonista con i personaggi, che siano familiari o amici, è spesso tanto importante quanto quello con un uomo. Se il romance sposta la sua attenzione esclusivamente verso la relazione sentimentale, il chick lit abbraccia un ampio ventaglio di contesti e relazioni.

Il Chick Lit affronta svariate questioni sulla femminilità moderna e contemporanea, spesso in modo umoristico, spensierato e leggero.

Le trame del Chick Lit raccontano, dunque, come le donne sperimentano i normali problemi della vita: il matrimonio, i primi appuntamenti, le relazioni familiari, le amicizie, i rapporti con i coinquilini, la vita negli ambienti lavorativi, i problemi di peso, la dipendenza da qualcosa in particolare e molto altro ancora.

Proprio perché il Chick Lit è un genere letterario femminile e spensierato, è uno di quei generi terribilmente stereotipati e giudicati. Un genere che, nonostante la prova concreta che lo vede nelle liste dei bestseller, è dichiarato oggi morto da anni e liquidato come trash con poca o nessuna trama.

chick lit

 

Eppure, dietro quelle copertine che ispirano un’immediata leggerezza, c’è un genere davvero ampio da non sottovalutare. Il Chick Lit racconta molto spesso la storia della crescita personale delle donne. Donne tanto imperfette quanto assolutamente normali. In questa crescita personale c’è la ricerca di ciò che si prefigge attraverso un’introspezione o una riabilitazione che fa i conti con le proprie dipendenze e debolezze. Sono donne semplici ma allo stesso tempo bizzarre e ironiche che cercano il proprio posto nella società attraverso una gara ad ostacoli. Sono donne che nel loro tragitto puntano ad un obiettivo e lo raggiungono tra difficoltà ma anche leggerezza.

I romanzi più conosciuti di questo genere?

Ai primi posti troviamo sicuramente Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding, Sex and the City di Candace Bushnell, I love shopping di Sophie Kinsella e Il diavolo veste Prada di Lauren Weisberger.

Tutti i romanzi di questo genere finiscono con un lieto fine, spesso scontato è vero. Una cosa però è certa: la vita del personaggio principale alla fine è infinitamente migliore di quanto non fosse all’inizio del romanzo. E se il tragitto, per arrivare a questo finale scontato, è riflessivo quanto divertente, allora che male c’è? Perché per forza sottovalutarlo snobbandolo?

Buona lettura!

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