Maternità

Sephora Kids: una nuova minaccia per i più piccoli?

Sephora Kids, una nuova minaccia per i più piccoli?

I genitori di figlie femmine dagli 8 ai 12 anni, possono testomoniare e comprendere questa nuova paura nata sul consumo preadolescenziale. I preadolescenti infatti, stanno diventando sempre più ossessionati dalla cura della pelle. La loro curiosità per tutti i tipi di creme, gel, maschere e peeling per il viso, ha fatto loro guadagnare questo soprannome virale: “Sephora Kids”. Nome derivante dalla famosa catena di beauty shop francese del gruppo LVMH.

Gli esperti sulla cura della pelle cosa dicono?

Gli esperti sulla cura della pelle, per un certo verso, applaudono il fatto che i bambini di appena nove anni sembrano interessati a prendersi cura della propria pelle. Allo stesso tempo però, sono preoccupati che questi giovani consumatori agiscano decisamente in modo rischioso, non conoscendo gli eventuali rischi, causando danni inutili come: eruzioni cutanee, reazioni allergiche e persino ustioni cutanee.

Foto credit: Dobrila Vignjevic – Getty Images

Come nascono i Sephora Kids?

Decine o centinaia di recenti video su TikTok e Instagram, hanno documentato la cosiddetta invasione dei negozi Sephora. I preadolescenti gravitano su questi beauty shop per lo stesso motivo per cui lo fanno gli acquirenti adulti. La catena di negozi offre ai clienti l’opzione di prova prima dell’acquisto per qualsiasi prodotto di bellezza o fragranza venduto nel loro negozio. Questo comporta un flusso di ragazzine che entra con arroganza nei negozi, senza chiedere consigli o raccomandazioni al personale, e si dirige verso marchi di cura della pelle anche molto costosi, esaltati dagli influencer sui social network come Instagram e Tik Tok che li pubblicizzano. La differenza è che gli influencer sono pagati per pubblicizzare un prodotto davanti allo schermo del cellulare, mentre una bambina di 10 anni, nell’ignoranza della sua età, non comprende l’inutilità di quel prodotto sulla sua pelle.

Una crema antirughe su una bambina di 10 anni?

Molti di questi prodotti sono studiati per un pubblico più maturo e sono del tutto inadeguati sulle ragazzine di 10 anni. Molti di questi, infatti, hanno diversi principi attivi per pelli mature, che risolvono problemematiche che non sono presenti in una fascia d’età così giovane. Prendiamo per esempio il retinolo, è una forma di vitamina A ed è un popolare ingrediente per la cura della pelle che viene utilizzato per migliorare l’aspetto delle linee sottili e delle rughe sulla pelle matura. Il retinolo, su una pelle così giovane, può renderla più incline alle infezioni e indebolire la barriera cutanea, diminuendone l’efficacia nella protezione dalla luce ultravioletta e dall’inquinamento.

Che senso ha far usare una crema al retinolo alla propria figlia di 10 anni? Oppure si parla di genitori che non riescono a dire di “no” e subiscono ordini da parte dei propri figli? Dove sono quindi i genitori di queste ragazzine quando queste entrano e spendono decine di euro per prodotti scelti quasi a caso? Solo perchè sono stati visti video virali degli influencer sui social network?

Questo fenomeno solleva numerose preoccupazioni tra gli individui delle generazioni precedenti, sollevando interrogativi sui pericoli della cultura del consumo e della “genitorialità gentile”.

I genitori non riescono più a dire “no”? Esattamente, il problema non sono i bambini, sono i genitori. Queste ragazzine non hanno mai, evidentemente, sentito la parola “no”.

La Generazione Alpha è nata nell’era della rapida globalizzazione di Internet: sono consumatori culturalmente adattati a causa del loro accesso a Internet e, soprattutto, agli influencer. Ciò li rende più suscettibili a seguire le tendenze dell’abbigliamento e del trucco, anche se le tendenze non sono in linea con la loro fascia d’età. La Generazione Alpha è esposta agli influencer che hanno tra i venti e i venticinque anni (e tralasciamo le bambine influencer con la complicità della madre!). Le ragazzine quindi, prestano attenzione a concetti e tendenze che vanno oltre la loro fascia d’età, attirandole così verso negozi maturi come Sephora. Qui se uniamo il problema della “genitorialità gentile” alla cultura del consumo, otteniamo una ricetta perfetta per il disastro.

La genitorialità gentile ruota attorno all’idea che i sentimenti del bambino dovrebbero essere riconosciuti senza punirlo. Esiste però una linea sottile tra genitorialità gentile e non genitorialità.

È molto semplice. Se alla figlia è permesso di raggirare i genitori e prendere delle decisioni finali, allora non si tratta di genitorialità. Come può un genitore giustificare la pressione della propria figlia affinché acquisti articoli di lusso e, soprattutto, prodotti inutili per la cura della pelle?

L’infanzia è un periodo in cui i bambini dovrebbero imparare a gestire le proprie emozioni ma soprattutto ad imparare lezioni di vita commettendo errori. Se a un bambino non viene mai detto “no”, cosa impara? Assolutamente nulla e non sarà in grado di gestire le proprie emozioni nelle situazioni future in cui non ottiene ciò che vuole. I bambini devono anche sapere quando hanno torto, e spetta al genitore essere autorevole fissando dei limiti.

Non esiste un modo giusto per essere genitori, ma è assolutamente importante essere genitori. Stop.

 

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