SYlvia Beach Shakespeare and Company
Cultura

Sylvia Beach, la fondatrice della famosa libreria Shakespeare and Company

Sylvia Beach, l’americana che grazie alla sua libertà, intuito e intelligenza rese possibile un punto di ritrovo per gli artisti: Shakespeare and Company.

Sylvia Beach, nasce in America nel 1887 e trasferitasi a Parigi nei primi anni del 900, si imbatte nella libreria La Maison des Amis des Livres. Qui conosce la proprietaria Adrienne Monnier, appassionata di libri, eccentrica e coraggiosa. Da allora non si lasciarono mai.

Sylvia, che era sempre stata amante della letteratura, aveva sempre avuto il desiderio di aprire una libreria. Inizialmente pensava ad una libreria francese a New York ma il destino l’ha portata a ribaltare quel desiderio. Con i consigli utili di Adrienne, Sylvia capisce che in quel periodo sarebbe stato molto più semplice aprire la libreria a Parigi: affitti bassi e librai uomini al fronte!

Nel 1919 Sylvia apre la sua libreria americana a Parigi: Shakespeare and Company. Non era solo una semplice libreria ma diventò in pochissimo tempo, grazie anche alla sua sala lettura, un ritrovo per poeti, scrittori, filosofi e artisti. Questi, invece di frequentare le giuste scuole, facevano pratica sul campo sfruttando i tavolini dei Cafè e passando poi da Shakespeare and Company per imparare e arricchirsi dai suoi libri.

I nomi degli assidui frequentatori della libreria sono davvero incredibili: James Joyce, Gertrude Stein, Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Ezra Pound.

Sylvia Beach Shalespeare and Company
da destra Ernest Hemingway e Sylvia Beach. (Photo credit: Pinterest)

Ma è soprattutto con James Joyce che Sylvia lasciò il segno. Come? Nel 1922 Sylvia si offrì di pubblicare il suo Ulisse, romanzo sulla bocca di tutti ma messo al bando perché ritenuto scabroso. Trovò una tipografia, si mise a fotografare le 800 pagine dell’unica copia rimasta e ne mandò in stampa mille copie! Da qui Sylvia lo vendette fino a quando si fece avanti una casa editrice che offrì a Joyce un contratto da ben 45 mila dollari nel 1934. E Sylvia? Lei non ricevette un centesimo ma non era certo delusa, anzi. Era contenta per Joyce. Sylvia non si muoveva per lucro ma solo per la sua grande passione per i libri e la sua libreria.

Shakespeare and Company non resistette all’occupazione nazista e chiuse i battenti. Dopo la guerra, Sylvia Beach non la riaprì più per stare vicino alla sua cara compagna di vita Adrienne Monnier che nel frattempo si ammalò gravemente. Fortunatamente però, Sylvia lasciò ad un caro amico la sua eredità e oggi la Shakespeare and Company esiste ancora gestita dalla figlia di questo caro amico: Sylvia Beach Whitman. E se negli anni ’60 qui fu il ritrovo della Beat Generation, oggi la storia continua potendo incontrare gli scrittori contemporanei. Magari tra un cornetto e un cappuccino nell’omonimo Cafè letterario aperto nel 2015 dalla Whitman!

E la storia di Sylvia Beach continua..

Francesca Cirianni

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