“TURNER, Opere della Tate” in mostra al Chiostro del Bramante
Uno degli artisti più grandi e visionari degli ultimi secoli è sconosciuto ai più, e il suo nome è Joseph Mallord William Turner.
Pittore, acquarellista e paesaggista inglese, vissuto tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, ha ispirato con i suoi quadri tantissimi pittori nati dopo di lui.
Dopo 50 anni, è finalmente possibile vedere ben 92 sue opere esposte dal 22 Marzo al 26 agosto 2018 al Chiostro del Bramante.
Le opere provengono dal Tate di Londra, una collezione unica composta da acquerelli, disegni, album e una selezione di olii.
Tutte provengono dal lascito di circa 30.000 lavori che l’artista ha custodito nel suo studio personale e realizzato per suo diletto, che mostrano gli aspetti più intimi ed espressivi del loro autore.
Le opere esposte non sono le più famose del pittore, ma quelle private. Più di tutte le altre mostrano il mutamento dello stile di Turner nel corso degli anni e la sua innovatività, rispetto ai suoi contemporanei.
Turner è stato di fatto un antesignano di moltissimi movimenti artistici: è incredibile quanti degli stili che verranno in futuro dopo di lui, si possono già osservare nelle sue opere!
Il pittore ha capito nel percorso della sua carriera l’importanza della pittura en plein air. Per tale motivo, viaggiò fin da giovane età, dapprima nel Regno Unito e poi in Europa.
Turner sviluppò una personalissima maniera di dipingere, mettendo in risalto l’atmosfera e la luce attraverso un uso sapiente dei colori. Ruolo chiave per questa rivelazione sull’importanza della luce, protagonista di tutti i suoi quadri, lo ebbe l’Italia.
Visitò il nostro Paese due volte, e 190 anni fa espose lui stesso alcuni suoi quadri proprio a Roma. Il bel Paese influenzò ulteriormente il pittore nel suo crescente uso della luce e del colore.
Elaborò un diagramma personale dei colori, basandosi sulla Teoria dei colori di Goethe e Isaac Newton, per esaltare le emozioni che i paesaggi gli trasmettevano.
Le opere del suo lascito esprimono tutto il loro carattere sperimentale e il modo dell’artista di improvvisare paesaggi, suscitati dai suoi sentimenti.
Infatti, in alcune opere esposte, sembra proprio che il pittore abbia da poco tolto la mano dal foglio e subito esso sia stato incorniciato.
Ambra Martino