Zeno Cavalla
Interviste

Zeno Cavalla: attore e scrittore

Zeno Cavalla e il suo sogno.

Zeno Cavalla ha un curriculum di tutto rispetto: è un laureato in Giurisprudenza, ha un Dottorato, un’esperienza lavorativa al Consiglio dell’Unione Europea, diverse pubblicazioni ma un giorno decide di mollare tutto per fare l’attore.

Per realizzare il suo sogno ha studiato: teatro, clown, commedia dell’arte e improvvisazione.Zeno Cavalla

Chi è Zeno Cavalla? Descriviti con 3 aggettivi…

Creativo, ostinato, felice. Però ieri il barista di fronte a casa mi ha definito “rompicoglioni” e ha raccolto un certo consenso.

Qual è l’aspetto più stimolante che ti consente di fare ciò che fai? E la maggiore difficoltà?

Vivere della mia creatività e vedere realizzati i miei progetti sono due motori molto potenti. Quando avevo 5 anni dicevo di voler fare lo scrittore, credo che qualcosa di quello che siamo tra i 5 e i 10 anni resti dentro per sempre. Quando ci chiediamo chi siamo, dobbiamo partire dal ricordarcelo. La maggiore difficoltà è data dalla poca permeabilità di certi ambienti culturali, ma anche dai difetti intrinseci della cultura italiana. Per esempio attori che vivono di bandi pubblici e propongono spettacoli e corsi gratuiti – il loro lavoro non è produrre un lavoro di qualità o che interessi alla gente, ma scrivere bene i bandi e avere i giusti agganci politici. Nella scrittura ci sono problemi simili, anche se le cause sono diverse. Un amico che lavora come autore televisivo mi disse: se vuoi fare lo scrittore oggi e scrivi romanzi sei scemo. Se vuoi scrivere per lavoro devi fare il ghostwriter o l’autore televisivo, così poi se scrivi un romanzo arrivano le grosse case editrici a pubblicartelo perché sanno che tu hai contatti in tv per venderlo. Non so se sia proprio vero, ho appena pubblicato il mio primo romanzo, ma comincio già a sentirmi scemo.

Avvocato, attore e scrittore ma qual è il tuo vero lavoro?

Allora possiamo metterci pure accademico, visto che ho un Dottorato. Ma l’avvocatura l’ho abbandonata. Mi ha insegnato un modo di pensare rigoroso e il fatto che nella società il pensiero rigoroso non viene né capito, né apprezzato. E con “nella società” intendo soprattutto tra gli altri avvocati. La scrittura non è un lavoro, guadagnerò circa un euro a copia, per fare lo stipendio di un operaio dovrei venderne 15000. Non so quante gente comprerà L’Ultima Generazione leggendo questa intervista, ma 15000 copie mi pare ottimistico. Il mio lavoro è fare l’attore.
Zeno Cavalla
Zeno Cavalla

 

Come nasce il Teatro Believe e cosa ti aspetti in questo progetto?

Teatro Believe nasce dal mio incontro con due grandi maestri americani, Michael Gellman e Kevin Scott. Ci siamo confrontati, abbiamo fatto spettacoli assieme, abbiamo parlato di teatro e di scrittura. Per farla breve, mi hanno detto che avevo delle idee fighe e di fondare una scuola. Gellman, uno che ha insegnato a Bill Murray, mi ha scritto una lettera di presentazione che mi ha aperto un sacco di contatti che mi hanno proiettato subito in una dimensione europea.
Per me è un incubatore di progetti. Nasce come scuola di improvvisazione, ora si sta ampliando con un progetto di teatro fisico che si chiama Accademia Verticale che coinvolgerà grandissimi insegnanti come Andrea Pangallo, Steve Jarand, Fabio Mangolini e Jon Kellam con i corsi di scrittura creativa e con l’organizzazione a Padova dei Believe Poetry Slam. Cerco di crescere artisticamente e di offrire la possibilità a chi vuole crescere con me di farlo.

L’ultima generazione il tuo primo libro, siamo già alla seconda ristampa, ti aspettavi questo successo? 

Io sono molto ottimista, altrimenti non mi lancerei in così tanti progetti. Chi certamente non si aspettava questo successo è stato Amazon, che ha finito il suo primo stock di copie il primo giorno e poi si è trovato a doverne ordinare altre copie ad agosto quando la distribuzione è più lenta. C’è gente che ha ordinato il libro in preordine a luglio e gli è arrivato solo a settembre, altrimenti magari ora come ristampe saremmo già alla terza. A parte gli scherzi, vivo tutto con un po’ di sana goliardia. Sta andando bene e sono felice, ma sono edito da una piccola casa editrice e non mi posso definire un caso nazionale. Vedremo se il passaparola continuerà a essere positivo.

Ma Bruce Willis per te chi è e cosa rappresenta?

Per chi non lo sapesse, il protagonista de L’Ultima Generazione quando non sa cosa dire pensa a cosa direbbe Bruce Willis al posto suo. L’idea era di creare un personaggio forte, con la risposta sempre pronta e un’opinione forte su tutto, in antitesi ai classici personaggi pieni di dubbi della letteratura europea contemporanea. L’idea di fargli pensare a cosa direbbe Bruce Willis al posto suo probabilmente vuole suggerire la sostanziale ambiguità di questo atteggiamento. Chi è sempre forte ha problemi con le sue debolezze, in fondo non può che essere una posa.

A te cosa rende veramente felice?

Si possono dire le parolacce? No? Allora dico il teatro. Seriamente, il teatro mi rende molto felice. Quando scrivo e mi rendo conto di aver reso esattamente quello che volevo, sono felice. Quando vedo i miei allievi fare un salto in avanti sono felice. I pasticcini di Biasetto (oh, taggatelo così ci condivide) mi rendono felice. Quando passo dei momenti felici con una donna sono felice, ma questa è una tautologia. Cosa ci rende felici con una donna e perché proprio quella donna, questo è il problema.

Se ti dico WoMoms cosa ti viene in mente?

Mamme entusiaste che fanno WOOOOOOOOOO! Tipo cori da stadio, armate di vuvuzela, ciucci e mariti che hanno ancora voglia di fare l’amore con loro.

Per finire domanda di rito. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Voglio far crescere i miei allievi dal punto di vista attoriale e umano. Ho altri tre progetti di romanzi e un sacco di racconti nel cassetto. Con il Believe Poetry Slam porto una volta al mese 90-100 persone a sentire poesia, ma dopo aver scoperto che a Berlino sono riusciti a portarne 3000 ho deciso che non mi posso accontentare.
ph credits David Prando

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