Come parlare di emozioni ai bambini
Le emozioni sono una parte forte e importante del vivere umano.
Per avere una definizione tecnica mi rifaccio al Dizionario di Psicologia dell’UTET, dove Galimberti la descrive come: “una reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale, la sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo e psichico”.
Quando ci emozioniamo cambiamo. Cambia qualcosa a nel nostro corpo e nel nostro sentire, nella nostra mente.
Continuamente quello che viene da fuori, e spesso da dentro di noi in base ad esperienze o pensieri, modifica il nostro stato emotivo.
La pancia è un luogo importante per il sentire emotivo. Quando facciamo qualcosa istintivamente siamo portati a dire che lo facciamo di pancia. Ma che vuol dire?
Vuol dire ascoltare quello che il nostro corpo ci comunica. Quello che è stato da alcuni ricercatori chiamato: il marcatore somatico. Il sentire emotivo influenzerebbe le nostre decisioni, il nostro comportamento e quindi la nostra vita più dei ragionamenti razionali.
E’ fondamentale imparare a parlare delle proprie emozioni, a non spaventarsi per esse, a capire quanto siano importanti.
I bambini provano emozioni, spesso fortissime. A volte, non si sanno spiegare il motivo, considerando che in molti casi non lo sappiamo fare nemmeno noi grandi. A volte le emozioni li possono spaventare, influendo sul loro comportamento.
Il benessere è legato alla propria capacità di esprimere bene le emozioni.
Che vuol dire esprimere bene le emozioni?
Da un lato ci sono persone che amano documentarsi in materia, esistono numerosi testi che parlano di emozioni e bambini. Dall’altro c’è chi pensa che sia qualcosa che deve svilupparsi naturalmente, senza star li a preoccuparsene troppo o a indottrinare seconda la tal teoria psicologica di turno.
Una serena via da percorrere è secondo me imparare a parlare delle emozioni con i bambini così come ci viene più naturale. Senza evitare nessuna emozione, perchè nessuna emozione è brutta o nociva. Le emozioni non sono né buone, né cattive, le emozioni semplicemente sono.
Allora ben venga un urlo quando sono arrabbiato. Tuttavia, ben venga, col tempo e in base all’età anche la consapevolezza che posso usare tutta quell’energia che mi da la rabbia per agire e cambiare quello che non mi sta bene. Assolutamente necessario inoltre l’apprendimento del fatto che la rabbia è una cosa, un’emozione sana e giusta, altra cosa è la violenza, agire in maniera da offendere o far del male a qualcuno non va mai bene. Quindi ben venga un urlo se sei arrabbiato ma non un insulto o peggio.
Anche la tristezza è un’emozione spesso bistrattata. Va al contrario considerata in tutta la sua importanza. Ci sono situazioni, come in occasione di una perdita, in cui è sano sentirsi tristi e questo va comunicato ai più piccoli, affinchè possano a poco, a poco comprendere che quel modo strano in cui si sentono ha un suo senso e una sua motivazione.
Quando ci sembra che l’argomento sia troppo difficile da affrontare possono accorrere in nostro soccorso le fiabe. Le favole, attraverso la metafora, aiutano a parlare anche di temi dolorosi e ostici e sono un ottimo veicolo comunicativo con i bambini.
Tiziana