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Il Roseto comunale di Roma

Il Roseto comunale di Roma, ai piedi dell’Aventino, è il giardino comunale che ospita circa 1.100 varietà di rose botaniche, antiche e moderne provenienti da tutto il mondo.

Il Roseto comunale di Roma

L’idea di un roseto a Roma si deve alla Contessa Mary Gayley Senni.

L’antico roseto nato nel 1932 sulle pendici del colle Oppio, questo primo sito, però, andò distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’area attuale era sede del Cimitero ebraico dal 1645 fino al 1934, trasferito al Cimitero del Verano; nel 1950 la Comunità ebraica romana acconsentì alla realizzazione del roseto.


Per ricordare la precedente destinazione sacra, fu posta agli ingressi una stele con le Tavole delle Leggi di Mosè; i vialetti interni del roseto sono progettati in modo tale da prendere la forma della “Menorah”, il candelabro ebraico a sette bracci.

 Il giardino è diviso in due aeree: nell’area superiore, si trova la collezione di rose botaniche, antiche e moderne; mentre quella inferiore ospita le rose partecipanti al “Premio Roma per le Nuove Varietà di Rose” e gli esemplari che hanno vinto questa prestigiosa manifestazione.

Il Concorso, istituito nel 1933, e secondo per importanza solo a quello di Bagatelle vicino Parigi.Il Roseto comunale di Roma

Gli esemplari coltivati provengono dall’Estremo Oriente sino al Sud Africa, dalla Vecchia Europa sino alla Nuova Zelanda, passando per le Americhe.

Sono presenti specie primordiali (rose botaniche) che risalgono a 40 milioni di anni fa, molto pregiate e poco conosciute, dimorate insieme alle rose antiche, tutte di grande originalità e bellezza

Il Roseto comunale di Roma si possono vedere diversi esemplari che sono suddivisi in tre grandi gruppi.

Botaniche, presenti nelle varie zone dell’Emisfero Settentrionale, tra specie e loro primi ibridi, e probabilmente esistenti prima dell’uomo.

Antiche, le varietà tradizionali, spesso risultanti da incroci spontanei tra rose botaniche o frutto delle prime sperimentazioni nel campo della ibridazione.

Moderne, le varietà ottenute a partire dalla fine del 1800, quando si cominciò ad utilizzare per incrocio le rose che gli inglesi avevano portato dall’Estremo Oriente con le navi cariche di tè.


Si possono contemplare anche la famosa Rosa Gallica, considerata sacra dai persiani; la Rosa Damascena  che già fioriva a Paestum e a Pompei.

Senza dimenticare la rosa dedicata alla fine della guerra delle Due Rose che, quando è in boccio, è rossa come la Rosa dei Lancaster ma quando si apre è bianca come la Rosa degli York, le due famiglie in guerra per il trono inglese.

Si possono osservare anche esemplari insoliti come per esempio  la Rosa Mutabilis, il cui fiore in cinque giorni cambia colore 7 volte: il bocciolo è rosso, aperto diventa arancione, poi giallo, crema, rosa chiaro, rosa intenso fino a diventare cremisi; la Rosa Omeiensis Pteracantha Lutea, una rosa botanica cinese le cui spine, a forma di ala, nei nuovi rami sono rosse e trasparenti; la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali di color verde e la Rosa Foetida, bellissima ma maleodorante.

 

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