Cultura,  Libri

“Magari domani resto” di Lorenzo Marone

“Magari domani resto”, un libro dello scrittore  Lorenzo Marone

Ma Luce di Notte, “- Luce Di notte è il mio nome completo. Lo so, non è un nome, è ‘na figura e merd!“, mi ha conquista subito e , omen nomen, illuminato la lettura, dissolvendo ogni riservatezza iniziale!

Sinossi:

Luce, una trentenne napoletana, vive nei Quartieri Spagnoli e fa l’avvocato.

Il padre ha abbandonato lei, la madre e un fratello, che poi ha deciso a sua volta di vivere altrove.

Così Luce è rimasta bloccata nella sua realtà abitata da una madre bigotta e infelice, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un capo viscido e ambiguo. L’unico conforto sono le passeggiate con Alleria, il suo cane superiore e le chiacchiere con il suo anziano vicino don Vittorio.

Un giorno a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore e qualcosa inizia a cambiare.  La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma forse è l’occasione per sciogliere nodi del passato e mettere un po’ d’ordine nella capatosta di Luce, risolvendo un dubbio: andarsene o magari restare?

Tutti abbiamo la tentazione di scegliere le strade più semplici, le soluzioni accomodanti, ma il vero coraggio sta nelle piccole grandi cose.

 “Magari domani resto, magari domani con le gambe che tremano dico di no, magari domani  allungo una mano per stringerne un’altra.”lorenzo marone

In questo romanzo Marone narra, con delicatezza profondità ed ironia, una storia tutta al femminile, donne coraggiose, munite d’ironia per difendersi, forti per scelta, giuste per necessità.

Napoli, è la coprotagonista del libro con i suoi profumi, il suo mare, le sue mille contraddizioni, con le sue parole che sono solo sue: “la cazzimma” “scuorno” “schizzenea” “’a freva” giusto per citarne alcune.

Lorenzo Marone, ha una speciale dote: i suoi romanzi creano dipendenza, finita la lettura si avverte la necessità di riaprire il romanzo, di ritrovare quei personaggi che ormai ti sono entrati nel cuore.

” I genitori dovrebbero insegnare a rincorrere le passioni, non i progetti. (…) Le passioni ti possono regalare anche un pizzico di felicità ogni tanto, i progetti mai. Anzi, spesso te la portano via, la felicità intendo. Perché ti inducono a spostare l’obiettivo sempre un po’ più in là”.

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