Staminali cordonali contro l’autismo
Staminali cordonali contro l’autismo
Sono numerosi gli studi preclinici e clinici volti a valutare l’impiego delle cellule staminali cordonali nel trattamento di patologie di diverso tipo.
Le possibili applicazioni delle staminali cordonali, che hanno già dato prova della loro efficacia, sono molteplici e spaziano dal trattamento: di tumori ematologici a quello dei disordini congeniti del sistema immunitario.
Attualmente, sono in corso alcune ricerche, tra cui uno studio presso la prestigiosa Duke University negli Stati Uniti.
Stanno investigando l’efficacia dell’impiego delle cellule staminali cordonali nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico.
Il disordine da spettro autistico è una patologia eterogenea caratterizzata da un deficit nello sviluppo neuronale che comporta problemi: nella comunicazione sociale, ristretto interesse e comportamenti ripetitivi.
Non sono ad oggi note le cause dell’autismo. Tuttavia, è accertato che esiste una componente genetica nella trasmissione della malattia, che può̀ dipendere dalla mutazione di un singolo gene o di più geni. Si stima che circa il 50% dei casi dipenda proprio da una componente ereditaria.
Gli altri casi, invece, sarebbero causati da fattori ambientali che attivano delle risposte immunitarie e antinfiammatorie materne anomale; le quali andrebbero a influenzare lo sviluppo pre o postnatale del bambino.
Ad oggi, non esiste una cura specifica per l’autismo.
Logoterapia, terapia comportamentale e occupazionale sono associate alla terapia medica farmacologica, che mira a trattare aspetti legati alla co-morbidità e a migliorare i sintomi come ansia, aggressività, iperattività.
Alcune ricerche hanno messo in evidenza una correlazione tra la conformazione della materia bianca nel cervello, particolarmente sviluppata nei bambini autistici, e la risposta immunitaria in epoca prenatale e postnatale agli autoanticorpi IgG materni.
In altre parole, potrebbe esserci un problema di autoimmunità materna.
Inoltre, è dimostrata una correlazione tra i disturbi dello spettro dell’autismo e livelli di citochine; proteine che hanno la funzione di indurre: crescita, differenziazione e morte cellulare.
In particolare, un elevato livello di citochine proinfiammatorie sembra essere correlabile alla presenza di stereotipi comportamentali e ad aumentate difficoltà nella socializzazione e nella comunicazione.
Ad esempio, la citochina IL6, risulta particolarmente espressa sia negli individui autistici che nelle loro madri.
Alcune ricerche, precliniche e cliniche, hanno valutato l’efficacia delle cellule staminali del sangue cordonale nel ridurre: l’infiammazione e le malformazioni a livello cerebrale, tipiche di un individuo autistico.
In particolare, una sola infusione di cellule staminali cordonali autologhe, ovvero del paziente stesso, sembra migliorare le abilità sociali e comportamentali dei pazienti affetti.
Dopo trattamento con staminali cordonali è riscontrato un aumento della connettività, tra l’ippocampo e la parte sinistra del talamo e una riduzione nello sviluppo anomalo della materia bianca.
Il trattamento con le staminali cordonali è dimostrato sicuro in tutti gli studi finora condotti.
Inoltre, utilizzare cellule staminali autologhe da cordone ombelicale in pazienti autistici limita il rischio di rigetto.
Considerando le potenzialità terapeutiche delle cellule staminali cordonali, è uno spreco che la magggioranza dei cordoni vengono scartate al momento della nascita.
Per questo, i futuri genitori dovrebbero essere informati sull’opzione della conservazione del cordone.