Ivy di Susie Yang
Ivy di Susie Yang, un romanzo di formazione fuori dal comune
Ivy di Susie Yang, edito da Neri Pozza, è un po’ thriller e un po’ noir. Si racconta la storia di Ivy Lin, una ladra. Una ladra e una bugiarda insospettabile. Ha l’aspetto di un’esile ragazza asiatica dagli occhi bellissimi, ma sostituirebbe volentieri sè stessa con una versione bionda con gli occhi azzurri. Ivy Lin è una ladra e una bugiarda perchè non vuole essere quella che è: una ragazza asiatica negli Stati Uniti d’America. Quando conosce Gideon Speyer, un rampollo di sangue blu del New England, Ivy crede di aver trovato una via d’uscita al suo mediocre destino. Certo, Gideon non è però come Roux Roman, lo sfrontato vicino di casa che affronta la vita a muso duro e che, con quell’aria da cattivo ragazzo, la attrae irresistibilmente. Ma Ivy è furba e, tra cene eleganti e gite al mare, riesce a farsi accettare da Gideon e dal suo clan. Ma proprio mentre sta per avere quello che ha sempre desiderato, il passato riaffiora, minacciando la vita quasi perfetta per cui ha lavorato così duramente.
“Mi chiedevi come ci siamo sposati io e tuo padre. Ecco come. È stato perché l’ho voluto. Se fossi stata una ragazza più stupida, tuo padre non mi avrebbe mai guardato. Ma ho visto la mia occasione e ho creato una storia per me, anche se era una storia falsa. Devi dare a un uomo qualcosa per cui combattere. Questo è il segreto per un matrimonio duraturo.”
Ivy è un romanzo di formazione insolito. Perchè?
Insolito perchè, generalmente, i romanzi di formazione lanciano messaggi positivi, raccontando con quale determinazione si riesce a raggiungere un obiettivo rispettando i propri valori etici e morali. In questo romanzo, invece, la protagonista Ivy i valori etici e morali non li ha affatto.
All’inizio devo ammettere di aver avuto difficoltà ad entrare nella storia e nella mente della protagonista per connettermi con la sua vita, per comprenderla e capirla. Poi nella seconda parte del libro ho cercato di immedesimarmi, riuscendoci, fino a prevedere le sue mosse. Nonostante questo, posso dire oggettivamente che Ivy, vittima del sogno americano ad occhi aperti, è un personaggio che si ama o si odia. Io credo proprio di averlo odiato. Non ho compreso le sue scelte, anzi, mi hanno solo irritata. Questo aggrapparsi con le unghie al voler far parte di una classe sociale elevata calpestando i valori più basilari, non si riesce ad appoggiare.
Si legge volentieri?
Assolutamente sì, la scrittura dell’autrice è scorrevole e curata e, nonostante le quattrocento pagine, si arriva facilmente al finale. Il ritmo è piuttosto lento (che non vuol dire noioso) e Susie Yang, al suo esordio, è stata brava a non farlo percepire particolarmente al lettore. Il romanzo è, senza esagerare, intrigante e capace di lasciare con un leggero fiato sospeso. Allo stesso tempo, il lettore resta però a bocca asciutta di risvolti davvero importanti e significativi della trama, a parte il finale, almeno quello!
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