La ricetta di un buon matrimonio? Sposa l’amico/a del cuore
Un nuovo studio sostiene che la ricetta del matrimonio perfetto e duraturo è più affinità che passione.
Il matrimonio occidentale cambia pelle, da istituzione a status symbol.
Solo per chi è benestante, istruito, con buone relazioni umane, spiccata intelligenza sociale, dotati di buona etica, non irresponsabilmente creativi.
Tra il 2012 e il 2013 circa 13mila italiani in meno si sono pronunciati e in USA un quarto dei ventenni parrebbero destinati a non convolare a nozze da qui al 2030.
Da uno studio del National Bureau of Economic Research emerge che chi si è sposato è più felice di chi non lo è, e non solo.
Più lo status socioeconomico degli sposi è alto, è più appagante e a lunga conservazione, ma soprattutto che tale beatitudine, raddoppia se i coniugi riconoscono l’uno nell’altra il loro migliore amico.
Passata la prima fase di passione, poi c’è un passaggio fondamentale che non a tutti riesce con scioltezza: dall’innamoramento all’amore.
Se ci innamoriamo dell’amico più caro che abbiamo, possiamo viverci bene insieme, anche quando la passione si è esaurita…a patto che ci si piaccia entrambi fisicamente e che sia una coppia paritaria e non uno innamorato dell’altra e dall’altra parte solo amicizia.
L’amore senza amicizia, è bello solo all’inizio
L’amicizia è utile perchè rende tollerabile l’amore. Gli studiosi consigliano che sono utili anche 5 ore alla settimana di confidenze, complimenti e coccole.
In un bellissimo articolo di Elisabetta Muritti si legge a tal proposito, che di questo argomento, si è accorta persino J.K. Rowling, quando ha ammesso, in un’intyervista al Sunday Times, che Hermione nella sua saga best seller avrebbe dovuto sposarsi col suo migliore amico Harry Potter.
Rowling ha detto di averlo capito col tempo: peccato, la ragazza sarebbe stata più felice che con Ron Weasley.
Nello stesso errrore non incorrono i commentatori di Time, che giurano sulla durata del matrimonio tra George Clooney e Amal Alamuddin per le seguenti ragioni: sono d’età matura, sono stati così saggi da non seminare figli in giro, hanno lo stesso livello d’istruzione, sono ricchi, hanno deciso di comune accordo ogni modalità, Quindi, in sintesi, sono ottimi amici e complici.
E senza andare troppo indietro, alla Emma di Jane Austin, che convolò con l’amicissimo George, ci dicono che è super friendship ciò che lega Brad Pitt a Angelina Jolie, David Beckham a Victoria Adams, Justin Timberlake a Jessica Biel, il duca di Cambridge a Kate Middelton, Asthon Kutcher a Mila Kunis. Tutti testimoni autorevoli.
E voi che cosa ne pensate?