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Ciao mamma….vado a New York!

Tolgo i costumi dalla valigia, metto cappelli, guanti e maglioni, via!

Mamma, non parto più per il Brasile, vado a New York!

Un arrivo un pò brusco, prendo un taxi nel Queens e mi tocca Victor, l’unico tassista di New York che non sa le strade.

Dopo aver preso tutti i marciapiedi, quasi investito un vecchio, si ferma giustamente a fare benzina,rileggo l’sms: “Laura ti aspetto a Manhattan per consegnarti le chiavi dell’appartamento, prendi un taxi giallo, mi raccomando, non nero, è fortemente sconsigliato il nero!”

Mi sporgo:sono su un taxi nero!

Comunque arrivo a New York con una tranquillità interiore che mi ha messo paura, ero talmente contenta e appagata dal fatto che ero lì e che avevo rotto quell’insoddisfazione che mi attanagliava da mesi che non mi importava più niente, non trovavamo la strada, era buio, l’aria era umida, rumori assordanti, il tassametro rotto (ho pagato 100 dollari); ma il fatto di perdermi per le strade rumorose, la tarda ora e l’ignoto davanti a me in realtà mi faceva sorridere, mi sono goduta la scena mentre Victor si dimenava tra una curva un po’ stretta e una maledizione ogni tre secondi!

benvenuta a New York!

Mi sveglio da questo coma e finalmente penso a New York!

 La città è molto underground, la gente è molto indifferente, ci sono tantissime culture diverse molto unite tra loro che tutte insieme formano quello che chiamano Uniti gli stati americani, è strano, per me da italiana è difficile pensare di non avere un’identità o averla perché è stata creata.

I miei polmoni sono pieni di nuovo, bello e brutto, verde e grigio, ma pieno, tutto è nuovo e tutto è carico.

 

 Mi sveglio nel quartiere di Astoria, nel Queens, davanti alla lavanderia c’è una via piena di cafè, ristorantini solo con la gente del quartiere, sembra che siamo chissà quanto lontani dalla caotica Manhattan e invece stiamo solo a 20 minuti di distanza, qui è tutto a livello più umano, le case sono fatte di mattoni, marroni e niente è veramente così grigio, mi piace qui.

Andare a New York in vacanza è diverso da viverci, io ho avuto la fortuna di intrufolarmi e perdermi nelle sue affollate vie solo per 4 mesi, un lavoro che mi ha permesso di sfruttare le serate e le numerose attività artistiche che si incontrano per strada camminando magari per andare al supermercato.

New York è un set cinematografico a cielo aperto, puoi imbatterti in una manifestazione in pieno quartiere business o assistere ad un concerto nei sottopassaggi della metro che è aperta 24h su 24.

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 Qui tutto è sorpresa e magia, specialmente nel periodo autunnale si può vedere il cambiamento di colori che va dal marrone del Central Park alle vie illuminate a festa natalizia della famosa quinta Avenue che già dopo halloween si traveste da cemento e palline colorate, si! Immaginate un grattacielo con guanti e cappellino bianco.

Poi c’è la notte…

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E’ così, strade piene di neon colorati, musica che esce dalle auto con le ruote alzate, le limousine, gente di tutti i tipi e colori, ragazze con tacchi a spillo che superano vecchi mendicanti, studenti ubriachi e donnone mezze nude che ti sussurrano qualcosa di indecifrabile, clacson tutto il tempo, come se quel suono e fracasso facesse parte dell’architettura che, perso il colore grigio e nero di Manhattan diventa più chiaro e colorate scendendo verso sud.

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Siamo a Chelsea, quartiere molto movimentato nelle ore notturne, molto carino e finalmente molto “umano” tutto sembra più piccolo rispetto a Manhattan, ci sono visi più giovanili e senza cravatte e colletti bianchi.

La città che non dorme mai,alle 3:00 del mattino nella stazione della metropolitana sembrava un via vai di gente come in una giornata normale diurna, è incredibile, mentre noi aspettiamo di tornare a casa, gli operai iniziano il loro battere il ferro dei binari mangiando un panino tra i topi e le luci sull’elmetto.

E’ così anche fare una chiacchierata in metro con qualcuno che appena si accorge che sei italiano, ti dice sicuro che ha un parente alla lontana italiano o ti parla del cibo o dell’ultima vacanza a Roma o in Sicilia….

 

 

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 Un’altra serata divertente è stata nella zona Village, vicino Houston Street, con tutti localini, ristorantini, pub, locali con milioni di luci al neon, puoi trovare le cucine di tutto il mondo, io ho preso un falafel egiziano, buonissimo, e poi una birretta in un locale dove usciva musica dal vivo niente male, aveva delle scalette in una specie di caverna….via si scende!

Un vero e proprio concerto stile newyorchese con quasi 10 artisti su un palco, piccolissimo, musica stile blues, jazz, contemporanea, un tre-quattro canzoni latine e tanta gente che ballava!

Questa è New York! fantastico, incredibile quell’atmosfera di calore e coinvolgimento del concerto, si sono alternati 4-5 cantanti ognuno nel suo stile e davvero bravi con voci che solo a New York puoi incontrare!

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Laura De Francesco

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