Zero Glitter
Cultura

Zero Glitter, il nuovo disco di Maru

A volte, per essere felici o almeno provare a esserlo, basta togliersi un po’ di polverosi strati di inutili fronzoli , maschere e lustrini e mostrarsi  per quello che si è.

Zero Glitter, il nuovo disco di Maru  uscito il 23 novembre, vuole dire proprio questo: un album vibrante di energia, che con leggerezza ha il coraggio di gridare al mondo l’importanza di accettarsi e lasciarsi accettare.

Maru, al secolo Maria Barucco, è nata a Siracusa e ha studiato liuteria a Cremona. Scrive canzoni dal 2012 ed ha alle spalle un disco self-titled prodotto in collaborazione con Davide Di Rosolini.

 Zero Glitter rispecchia senza veli l’anima di Maru: fiabesca e lieve ma al tempo stesso forte e determinata.

Un album frutto di anni di incessante lavoro sui testi, di idee che frullano per la testa e che hanno trovato forma su carta e corda.

Ora Maru, è cresciuta: otto tracce tutte scritte di suo pugno e strappate dalla sua storia personale, affrontate con quella leggerezza e ironia che la contraddistingue.

Zero Glitter

Parlare di tematiche importanti e delicate ma in molto festoso, mai pesante. Fare quasi della politica, ma senza prendersi mai troppo sul serio.

Avere l’onestà di essere senza filtri, di parlare di amore tra donne, perchè è quello che si è vissuto. 

Un nuovo corso e una nuova maturità che le spalancano le porte del mondo adulto dell’indie pop italiano, un ambiente che del resto, Maru, nonostante la giovanissima età, frequenta già da un po’, dividendo il palco con artisti del calibro di Motta, Canova, Colapesce, Ex-Otago e tanti altri.

Un’adolescenza segnata dal punk-rock, una passione per The Strokes, MGMT e i Phoenix, un amore per la buona scrittura del cantautorato italiano contemporaneo di Colapesce, Colombre e Maria Antonietta: Maru assorbe le più svariate influenze musicali e rielabora i suoi ascolti in un prodotto tutto suo, senza sentire il bisogno o la necessità di imitare qualcuno o inseguire qualcosa, se non se stessa.

 “Zero Glitter” nasce voce e ukulele, strumento da sempre punto di riferimento di Maru, oppure voce e chitarra.

Un mondo delicato e intimo che in una decina di giorni chiusi in sala registrazione, si è trasformato in un universo più elaborato e complesso, dove lo strumento hawaiano non è protagonista assoluto ma regala un tocco di solarità a una composizione musicale più ampia in cui sono presenti i sintetizzatori, le tastiere e la batteria suonata da Francesco Aprili.Zero Glitter

Ogni brano riflette un piccolo ma importante tassello della sua vita, presentando un universo dalle più varie sfumature di colore, a 360 gradi.

In “Giorgia” si racconta in modo al tempo stesso profondo, fresco e leggero di una ragazza divisa a metà, dellalibertà di esprimersi in ogni sua sfaccettatura e contraddizione. “Dove dormi” descrive invece quelle volte che anche una distanza di pochi centimetri può diventare incolmabile, ma il vuoto e le incertezze non riescono a cancellare la voglia di incontrarsi di nuovo.

E poi “Bourdeaux”, inteso sia come colore che come “bordo” o “limite”: tutta l’importanza della storia che sviluppa è racchiusa all’interno dei confini di un letto, mentre fuori va in scena la fine del mondo, vera o immaginata che sia.

E ancora, la falsa sicurezza apparente di una casa o di una relazione denunciata in “Ordine”, il pezzo scritto più recentemente, dove i cocci di una decisione presa fino in fondo si nascondono sotto il tappeto e non si rimetteranno mai insieme; “Via Oberdan”, un luogo che si fa simbolo di progetti falliti, di appartamenti mai vissuti, di una storia d’amore appassita da tempo ma che nessuno recide; la spensierata“I Baristi”, scritta in un bar della spiagga di Fontane Bianche a Siracusa e dedicata ai baristi che non sanno fare i cocktail. La title-track “Zero Glitter” è il riassunto di tutto il disco.

Infine, uno dei suoi pezzi preferiti, “Lunedì è Martina”.

Un album da ascoltare!

 

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