Figli e separazione, come affrontarla
La separazione dei genitori comporta per i figli un processo di elaborazione personale che può essere scandito anche da sofferenze e crisi.
La separazione dei genitori è un cambiamento molto grande, c’è il rischio di non riuscire ad affrontare i numerosi mutamenti che la nuova situazione impone anche nelle più piccole attività quotidiane.
Questo può generare nei figli manifestazioni quali: atteggiamenti di chiusura, atteggiamenti aggressivi, disturbi alimentari, del sonno e del rendimento scolastico. A livello emotivo possono percepire un forte senso di abbandono e angoscia da separazione.
Le reazioni psicologiche e comportamentali che i figli possono manifestare in concomitanza alla separazione dei genitori variano in base all’età.
Nei bambini molto piccoli, dalla nascita ai due/tre anni di vita circa, le possibili conseguenze della separazione sono sentimenti di perdita di una delle figure primarie e dell’ambiente familiare, delle abitudini e delle routine.
Questo vissuto di perdita potrebbe causare tristezza e regressione. Inoltre prolungate separazioni da figure significative potrebbero causare difficoltà nelle future separazioni e nelle relazioni affettive.
Da questo si capisce quanto sia importante che il bambino abbia la possibilità di rimanere nella casa in cui è cresciuto nei primi anni, che gli sia possibile poter vedere frequentemente il genitore non affidatario.
Nei bambini dai due ai cinque anni aumenta man mano la consapevolezza della propria individualità. Il bambino a questa età inizia ad interiorizzare le figure primarie, divenendo così in grado di pensare al genitore lontano.
Inoltre si sviluppa la capacità di esprimere i propri stati d’animo. Si identificano con il genitore del proprio sesso, per cui diventa molto importante che possa vederlo di frequente.
Altrettanto importante non perdere i contatti con il genitore del sesso opposto che è importantissimo per la socializzazione.
I bambini a questa età possono sentirsi responsabili della separazione dei genitori. E’ importante che i due genitori insieme spieghino quello che succederà, come sarà la sua vita, le cose che non cambieranno e come invece saranno le situazioni nuove, così da abituarlo lentamente al cambiamento.
Nel periodo scolare (5-8 anni) diventano sempre più importanti i rapporti con i coetanei, inizia lo sviluppo del senso morale. Inoltre si ha via, via un maggiore controllo delle emozioni, che, in caso di divorzio, possono esprimere in maniera diretta, manifestando tristezza, dolore, collera.
Verso i nove/dieci anni acquisiscono sempre maggiori competenze sociali, scolastiche e aumenta la consapevolezza di sé. In questa fase possono avere una buona comprensione empatica dei genitori, o eventualmente per uno solo condannando l’altro. È importante consultarli sulle decisioni che li riguardano.
In questa fase l’assenza di una famiglia unita può causare emancipazione precoce e ribellione, o al contrario far provare desiderio di rimanere bambini.
Come si può intendere ogni età è caratterizzata da specifici compiti evolutivi e modalità di reazione specifiche di fronte ad un evento che destabilizzante quale la separazione dei propri genitori, è però una costante l’importanza di riuscire a mantenere un clima il più sereno possibile.
Negli ultimi anni i divorzi sono notevolmente aumentati, oggi esiste una prima ampia generazione di figli di genitori di divorziati. Dalle testimonianze di adulti che nell’infanzia hanno vissuto la separazione dei genitori emerge come sia fondamentale che il clima relazionale tra i membri della famiglia rimanga sereno anche durante la separazione.
I legami familiari continuano ad esistere trasformati anche a seguito del divorzio,
Come afferma la Dott.ssa A. Oliverio Ferraris: “la famiglia divisa continua ad avere una sua esistenza per il semplice motivo che i genitori non divorziano dai figli“.
Tiziana