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Aborto: il doloroso silenzio delle donne

L’aborto è una questione dolorosa. Sempre.

Nessuna donna può prendere la decisione dell’aborto con facilità e del dolore ci vuole rispetto.

Tempo fa a Roma si è svolta una marcia per la vita e alcune donne in manifestazione riportavano cartelli di protesta: “in uno stupro concepita amo la mia vita“.

Certo quando vince la vita è una festa meravigliosa. Ammirazione e gioia per coloro che dopo una violenza o in situazioni di disagio scelgano di dare alla luce un bimbo.

Tuttavia, anche rispetto profondo per chi non ce la fa, rispetto per il loro dolore spesso silenzioso.

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E’ necessario quindi garantire la libertà di scelta. Troppo grande l’impresa del dare la vita per  trasformarla in un obbligo, è e deve restare una scelta d’amore.

Quando l’aborto è spontaneo, il dolore può essere ancora più grande.

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Laddove si attendeva la vita, arriva un lutto. Si crede in taluni casi, ad errore, che se il bimbo non nasce, non ci sia stato il tempo di affezionarsi a lui, di sentirsi mamme.

Questo non è vero.  E’ necessario vivere il proprio lutto per superarlo.

Inoltre il legame madre figlio non si interrompe con la morte.

E’ giusto riconoscersi mamme del proprio piccolo angelo. Lo stesso vale per i papà, la cui elaborazione dell’aborto può avere sue specifiche difficoltà legate al fatto che molti uomini non sono abituati ad esprimere il loro dolore piangendo liberamente.

A volte, quando sono già presenti altri bambini, ci si può trovare nella difficoltà di comunicare loro l’accaduto, in questi casi, come per altri temi difficili da affrontare, possiamo partire da una fiaba:

PICCOLO ANGELO

Per Elettra e tutti i suoi mille e mille fratelli e sorelle piccoli angeli.

 

Angelo era atteso in inverno.
Essere aspettati mette una certa ansia.
– E se faccio brutta figura?
– Se inciampo e cado e tutti ridono?

Angelo era seriamente preoccupato per la sua venuta al mondo.
Il suo corpo di ciccia prendeva forma nell’amore della pancia di Mamma. La sua anima fatta di fantasia, di energia e di qualcosa che non si può toccare svolazzava in quel mondo dove stanno tutti bambini prima di nascere.

Angelo come tutti i “quasi bambini” aveva sia paura e sia non vedeva l’ora. Un po’ come il primo giorno di scuola!

Mamma e Papà intanto compravano il lettino, i vestitini, i biberon e tutto quello che serve per un bebè. Anche loro avevano sia paura e sia non vedevano l’ora. Un po’ come il primo giorno di scuola!
Quello che Mamma e Papà non sapevano è che tutte queste cose per Angelo non sarebbero servite.
Angelo era stato scelto.

Forse perché la sua anima fatta di fantasia, di energia e di qualcosa che non si può toccare era più forte e speciale di tante altre.
Forse perché il suo corpo di ciccia era meno forte di tanti altri. Fatto sta che Angelo venne promosso.
Come quando si fa la primina.
Hai cinque anni, ma all’improvviso ZIUUMM e sei alle elementari!
Fai un bel salto.
Angelo fece il salto.

Saltò a piedi pari il pianeta Terra. Sfiorò di striscio il suo corpo di ciccia e si ritrovò direttamente nel mondo della bontà, fatto come tutti sanno di caramelle, giocattoli e prati fioriti! Qualcuno pensò che fosse il Paradiso.
Mamma e Papà erano molto tristi.
Avevano preparato tutto per l’arrivo del loro piccolo Angelo, ma lui si sarebbe impegnato ad aiutarli.

Era sicuro che la sua anima fatta di fantasia, di energia e di qualcosa che non si può toccare avrebbe accarezzato i cuori di Mamma e Papà, regalando loro una nuova pace, fatta della ricchezza di un bambino che ha saltato a piedi pari il pianeta Terra, ha sfiorato di striscio il suo corpo di ciccia e si è ritrovato direttamente nel mondo della bontà, fatto come tutti sanno di caramelle, giocattoli, prati fioriti e che qualcuno ha chiamato Paradiso.

© Tiziana Capocaccia

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