Il posto a sedere nel bon ton del viaggiatore
Stare al proprio posto in viaggio: la seconda regola del bon ton del viaggiatore
I sedili dei treni sono un po’ come gli ombrelloni in spiaggia, si dovrebbe avere un posto, uno spazio definito ciascuno, ma come alcuni rubano ombra (e a volte ombrelloni) devi vicini, così certi boriosi allungano le gambe e si stendono nella parte che non compete loro.
Anche se state stretti, se siete finiti in una terza classe ante guerra, non debordate: stare al proprio posto non solo è una basilare regola morale di umiltà, ma anche una fondamentale dimostrazione di rispetto. Il rispetto degli altri inizia su un aereo, su un treno, su un pullman, quando non si invadono gli spazi altrui.
Questa regola vale sia dove i posti sono assegnati, sia dove non lo sono.
Sembra strano, ma è più facile rispettarla nel secondo caso: in fondo, siamo tutti nella stessa drammatica ristrettissima situazione.
Quando si è pagato, invece, si tende a esser più possessivi. Molti si radicano sul posto assegnato e si allargano, sistemando i propri bagagli accanto a sé. O occupano anche il piano d’appoggio del vicino, pensando di esser gli unici a dover lavorare.
Quante volte ho visto eleganti signore sbuffare, perché mi ero offerta di sistemare io il loro firmassimo trolley per potermi sedere al mio posto? E quante volte ho timidamente chiesto scusa, perché per evitar la cancrena di un piede, ho domandato al viaggiatore di fronte di spostare dalla mia zona le sue gambe? Anche in aereo, soprattutto su voli low cost: quante volte ho dovuto farmi spazio in un sedile mio di diritto?
Insomma, ovunque siate, tenete ben presenti i confini del vostro posto: probabilmente non avrete molto spazio, ma sicuramente sarete notati per la vostra cortesia ed educazione!