Interviste

Lara. Non solo foulard.

Lara, seta tra arte e tecnologia

Lara è tutto quello che dovrebbe essere la moda dei millenials: è un brand giovane, fresco, colorato, carico di storia ed etica.

Larissa Castellano Pucci nasce nel 1996 e porta in sé tutta l’esuberanza di questa generazione. Nipote di Emilio Pucci, il “principe delle stampe”; riprende in mano la tradizionale arte italiana -anzi, comasca- della stampa sulla seta e la rinnova, la ringiovanisce, la rende attuale.

Lara

E crea Lara: evitando con disinvoltura il “rigido minimalismo e le griglie di Instagram perfettamente pianificate” (cito dal suo sito), svecchia il concetto di foulard, giocando con metafore visive inedite ed efficaci.

Il punto di partenza, appunto, sono i foulard che in questo infinito gioco che salta dalla tradizione all’innovazione, lei battezza foularaNelle sete di Lara io ritrovo quella versatilità che tanto amo in questo tipo di accessori: che sia un carré classico, una bandana o una tagliatella, il foulard ti distingue, dà al tuo stile un marchio unico e inconfondibile.

Lara, oltretutto, è cento per cento Made in Italy e Zero Waste.

Incuriosita da tutto ciò, sono andata dritta alla fonte e ho intervistato Larissa che da Firenze mi racconta le origini e il dietro le quinte di Lara.

Come nasce Lara?

Lara nasce producendo fodere per giacche: mi piaceva l’idea di permettere ai ragazzi che spesso sembrano tutti uguali nei loro completi blu o neri di aggiungere un tocco di colore e personalità al loro blazer.

In un mondo che va sempre di più verso la standardizzazione, Lara era un richiamo ad uno più piccolo dove ognuno va dal proprio sarto.

Mi sono tuttavia accorta che la nostra generazione, abituata alla facilità e all’istantaneità tipiche di Whatsapp, Facebook e Instagram, non sapeva più neanche come mandare una cartolina. Spedirmi la giacca, pertanto, sarebbe stata una barriera notevole per la crescita del mio business. Ho quindi deciso di puntare su un prodotto finito e mi ha ispirato il foulard. Simile alla fodera è quel tocco in più che nella scelta della fantasia e dello stile in cui viene indossato riflette la persona che sta “dietro” (gli interni da giacca, però, li Larissa li realizza ancora: è un servizio bespoke ed è sufficiente mandarle una mail ndr).

Qual è il tuo percorso di studio?

Il mio percorso di studio è un po’ eclettico – ho cercato di mischiare la tecnologia con l’arte. Mi sono laureata in Scienze informatiche e arte all’Università di Cornell negli Stati Uniti. Qui ho progettato un videogioco, ho provato a creare un mini robot, ma ho studiato anche pittura e fotografia.

Forse vi state domandando come si ricolleghi tutto ciò ai foulard o a Lara: sto notando un forte trend della moda digitale, del 3D e degli NFT, ma anche dei vestiti nei videogiochi… in queste nuove tendenze, la tecnologia è uno strumento per il marketing e per lo story telling. Il mio backround di studi, pertanto, mi permette di esprimere la mia creatività a 360 gradi- o comunque di provarci.

Come viene creata la stampa per un foulard?

Io disegno digitalmente le mie fantasie. Uso Adobe Photoshop Illustrator sul computer, ma mi piace anche tantissimo disegnare sul iPad usando l’ app Procreate (che è la stessa che usa David Hockney!). È un’applicazione fantastica, che ti permette di disegnare o pitturare “davvero” secondo le impostazioni che scegli.

Una volta che sono convinta del disegno (questo processo è quello più lungo – sono sempre molto indecisa e forse troppo una perfezionista), lo mando alla stamperia. Lì si trovano  delle enormi stampanti che lavorano sulla seta, come si vede qui.

Sul tuo sito web accenni ala moda ecosostenibile: spiegacela in parole povere, per favore.

La sostenibilità è diventata una buzz word che vuole dire al contempo tutto e nulla ormai; un po’ come l’olio extra vergine d’oliva. Ciò non toglie che sia un prerequisito e non più in opzione di business in ormai ogni settore. Io non voglio usarlo come slogan e -devo essere sincera- nonostante tutta la ricerca che ho dedicato a ciò, in questo momento non riesco a essere  sostenibile quanto dovrei o vorrei. Però è un mio obiettivo di lungo termine e nel mio piccolo cerco di esserlo tramite alcune scelte o iniziative.

La Linea Zero Waste che comprende la “tagliatella” (180×20)  è nata per evitare lo spreco della seta. Ovvero, la larghezza del tessuto che viene stampato è 140 cm, mentre il foulard è largo 90 cm. Se non realizzassi una tagliatella, verrebbero buttati 50 cm di seta. La tagliatella, quindi, nasce proprio per evitare che un surplus di materiale diventi scarto inutile!

Lara

Lara è local – sin dall’inizio, una delle mie priorità è stata che Lara fosse completamente Made in Italy. Adesso è anche una realtà: dal packaging, alle etichette, dai fornitori al prodotto finito. Tutto è interamente realizzato in Italia, perché l’obiettivo è quello di promuovere piccole e medie realtà locali. Per me, inoltre, è molto importante la relazione con il fornitore e specialmente in questo momento di pandemia ritengo fondamentale sostenere le piccole imprese italiane e il loro know how.

Lara è seasonless. Lara non prevede collezioni stagionali. Il brand non incoraggia una moda di accumulo fine a sé stesso evitando gli sprechi di magazzino dovuti al turnover delle collezioni stagionali.  Per questo, tutti i prodotti di Lara sono limited edition, non soggetti a saldi.

L’intento è quello di promuovere un ritorno a un acquisto consapevole e ragionato, che si discosti dal mero consumismo.

Sono tuttavia cosciente che tutto questo non basti e si possa sempre migliorare; per esempio, stanno continuamente emergendo nuove tecnologie a livello tessile, tecnologie che ci permetteranno di essere sempre più sostenibili. Per esempio, si sta sperimentando un cuoio creato interamente in laboratorio, partendo da cellule, o una seta prodotta da un ragno, invece che dal “classico” baco.

Cosa dobbiamo aspettarci da Lara (mi hai detto che sta pensando ad altri accessori!)?

Una buona domanda – diciamo che ho avuto tante idee e mi sono posta tante domande in questo periodo. Lara per me è un modo per esprimere la mia creatività e allo stesso tempo un’opportunità per fare vedere il Made in Italy sia da un punto di vista di eccellenza manifatturiera, sia in quanto giovane italiana che osserva. Osserva con divertimento non solo quei bellissimi cliché italiani, ma soprattutto quei piccoli dettagli distintivi del nostro paese, come per esempio la “segnaletica” del tabaccaio, del fruttivendolo…et

Oggi la mia più grande sfida è quella di ricollegare il mio eclettico percorso di studi con Lara, coniugando i disegni e la creatività ispirata all’Italia, con la realtà digitale. Tra i miei sogni del cassetto, infatti, mi piacerebbe molto fare dei capi in 3D e creare delle esperienze virtuali!

Con un inizio così fresco e avvincente, colorato ed emozionante non posso solo che dire… non vedo l’ora di indossare Lara in tutte le sue accezioni!

Caterina Pascale Guidotti Magnani

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