Lucrezia Scali: lettrice e scrittrice
Lucrezia Scali: scrittrice e bookstagrammer
Lucrezia Scali, nata nella provincia di Torino nel 1986, è scrittrice e lettrice accanita. Con l’editore Newton Compton ha all’attivo sei romanzi tra cui il primo, “Te lo dico sottovoce” uscito nel 2016, che per ben 20 settimane è rimasto tra i primi libri in classifica. E’ sposata con Luca e con un cane di nome Bubu vivono nella prima cintura di Torino.
Quando hai scoperto la passione per la scrittura? E’ stato un libro che hai letto ad essere stato rivelatore?
Ciao Francesca e grazie per questa chiacchierata. La mia passione per la scrittura ha radici molto lontane perché scrivo da quando ero solo una bambina. All’inizio riempivo pagine di un diario segreto che nascondevo e custodivo gelosamente, in realtà raccontavo cose molto banali, poi i diari sono diventati quaderni e i quaderni pagine di word. No, non c’è stato un libro rivelatore, forse era semplicemente amore per i libri.
Come viene l’idea di una storia da scrivere? Si studia a tavolino, ci si affida alla fantasia o si prende spunto dalla vita privata?
L’idea arriva all’improvviso, almeno con me è sempre stato così. Mi capita di trovarmi a una cena con amici, di chiacchierare in un negozio, di guidare, di ascoltare la musica ed eccola lì, come un fulmine a ciel sereno. Non mi è mai successo di scrivere una storia a tavolino o pensare di scrivere una storia in base a cosa vende di più al momento, non riuscirei mai. Sì, è capitato di prendere spunto dalla vita privata, ma più che altro piccole sfumature. Per esempio la personalità di una persona che conosco, l’aspetto fisico, qualcosa che mi ha colpito. In realtà sono le storie a chiamarmi e non il contrario.
Quando si scrive un libro di solito si fa leggere la prima bozza a qualche familiare o amico per avere un primo parere. C’è stato qualcuno a cui non è piaciuto o che ti ha riservato una critica “costruttiva” che non ti aspettavi?
Sì, assolutamente, ed è importantissimo far leggere la bozza a una persona che sai per certo sarà il più oggettiva possibile. Le critiche costruttive servono sempre, anche a costo di rimanerci un po’ male, ma è una base su cui lavorare.
Arriva poi il momento di contattare le case editrici che non sempre accettano di pubblicare il proprio manoscritto. La Newton Compton ha pubblicato il tuo primo romanzo. Ha accettato subito alla prima stesura o hai ceduto a qualche modifica?
Il mio primo romanzo non ha subito modifiche dal punto di vista della storia, ma è stato fatto un lavoro con l’editor per tagliare il superfluo e migliorarlo. Anche questa fase è molto interessante e costruttiva perché mette in luce i punti di forza e di debolezza.
Il romanzo “Non chiedermi mai perché” parla di un dolore che non si vorrebbe mai provare: la perdita delle persone più care. Perché hai scelto questa storia? Cosa volevi trasmettere al lettore?
Ho voluto raccontare questa storia per due motivi: parlare della donazione degli organi e per superare io stessa un dolore. Scrivere per me non è solo passione, ma anche trasmettere emozioni e lasciare qualcosa. Spero di esserci riuscita.
Su Instagram hai un profilo che conta quasi 16 mila followers. E’ un profilo dedicato soprattutto alla lettura quindi ti si definisce una bookstagrammer. Cosa significa per te leggere e qual è il rapporto che hai con chi ti segue?
Leggere, se solo potessi, lo inserirei tra i bisogni primari per la sopravvivenza. Non posso farne a meno e cerco sempre di ritagliare ogni giorno un piccolo spazio da dedicare alla lettura o ai social. Anni fa ho aperto un blog per condividere le mie letture e parlare con altri lettori, e oggi Instagram mi permette di farlo in un modo più immediato e diretto. Cerco sempre di rispondere a tutti e con molte persone si è creato davvero un bel rapporto.
Tra tutti i libri che hai letto ci sarà sicuramente un romanzo che ti ha colpito per la trama e l’emozione suscitata. Qual è questo romanzo che ti avrà fatto desiderare di averlo scritto tu?
Solo uno? Questa è una domanda difficilissima, ma proverò a rispondere: Via col vento. Non gli manca niente, passano gli anni, ma resta sempre di una bellezza disarmante.
Grazie a te Lucrezia per questa bella chiacchierata.
Francesca Cirianni
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