Machedavvero
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Chiara Cecilia Santamaria aka Machedavvero , blogger e influencer

Machedavvero: Chiara Cecilia Santamaria blogger e influencer

Impossibile non aver letto almeno una volta un post su Machedavvero, il blog di Chiara Cecilia Santamaria, per non parlare del libro “Quello che le mamme non dicono” un vero e proprio “Must ” per una mamma, se non l’avete ancora letto rimediate subito e non ve ne pentirete.

Chiara con la sua ironia ha messo nero su bianco tutto quel turbine di emozioni, sentimenti e paure che per molte erano inconfessabili sfatando finalmente il mito della madre che immola la propria indipendenza per i figli! Ha saputo invece dimostrare che si può essere mamme senza rinunciare ad essere anche donna, compagna, amante, amica ma soprattutto sognatrice.

Chiara Cecilia Santamaria
Chiara Cecilia Santamaria – Machedavvero-

Tutti noi conosciamo Machedavvero, blogger di successo, giornalista e scrittrice, ma Chiara Cecilia Santamaria chi è ?

Ma sai che non l’ho capito bene nemmeno io ( è grave, lo so). Nel senso che sono una persona normalissima, ovviamente, ma in continua evoluzione. Quello che avrei detto di me stessa cinque anni fa è diverso da quello che direi ora, e diverso da quello che direi tra altri cinque anni. In generale sono una persona piena di contraddizioni, sempre alla ricerca della felicità.

Come riesci a conciliare lavoro, casa, famiglia?

Non sempre ci riesco, quindi se magari ho più impegni di lavoro la casa è un macello, o se sto scrivendo e sono particolarmente concentrata devo mettere la sveglia per ricordarmi di prendere mia figlia a scuola; non sono una di quelle che riesce a conciliare tutto, sono una di quelle che chiede aiuto e pensa che i ruoli in casa vadano equamente divisi.

Manco amo il concetto di multitasking, penso sia un indorare la pillola rispetto a quell’idea un po’ maschilista della donna deve occuparsi di tutto quello che non è lavoro. Sbagliato.

Siamo nel 2014 e i ruoli vanno equamente divisi. Se tu cucini, io sparecchio; se io porto la bimba a danza, tu la addormenti, se io faccio la spesa, tu stiri. Su di me la figura della casalinga anni cinquanta ha poca presa.

Anche tu al mattino sei sempre di corsa e ti chiedi come facciano certe mamme a trovare pure il tempo per un caffè (sedute) con le amiche a organizzare chissà quale ennesima attività extrascolastica? 

Dall’inizio dell’anno le mamme della scuola ne avranno organizzati almeno cinque, e non sono riuscita mai ad andarci. In realtà forse è questione anche di scelte, io scelgo di dedicare il tempo libero che ho a cose che mi piacciono davvero.

Un pregio e un difetto.

Sono una persona creativa, quindi anche molto incasinata. Sia a livello pratico che mentale.

Un ricordo divertente che porterai sempre con te.

Probabilmente quando ho visto mia figlia appena nata e ho cercato di convincere tutti i parenti che somigliasse al Papa (Woityla).

Se potessi prendere un aperitivo con un artista chi inviteresti?

Qualunque artista del passato o del presente? Frida Kahlo. Trovo le sue opere meravigliose e la sua vita così intensa e passionale. Se poi abbiamo cinque minuti anche per Johnny Depp non mi dispiace, ecco.

Chiara Cecilia Santamaria
Ph. di Chiara Cecilia Santamaria -Machedavvero-

Parliamo del tuo blog, è in continua evoluzione prima incentrato su Viola ed ora un blog a 360 gradi, c’è una sezione in particolare a cui tieni maggiormente ?

No, credo che tutte rappresentino sfaccettature della mia personalità e passioni che coltivo, quindi sono tutte in qualche modo pezzetti di me. Ultimamente mi piace dedicarmi alla sezione che riguarda Londra, che rispecchia sia il momento che sto vivendo sia la mia passione per questa città meravigliosa e forse conosciuta dagli Italiani solo per stereotipi. Mi piace che i miei lettori scoprano insieme a me mercatini tipici, angoli nascosti, spettacoli imperdibili. E’ come fare un viaggio insieme.

Il libro che ti ha reso famosa anche a chi non frequentava il web, “Quello che le mamme non dicono” è scritto con ironia per sfatare il mito della mamma perfetta e reclamare il diritto di essere donna e mamma, qualche mamma stranamente sorride di questo binomio, ma per te cosa significa appunto l’essere entrambe le cose?

Trovare un equilibrio tra il dedicarsi al proprio figlio e il dedicarsi anche a sé stessa. Non condivido quelle donne che una volta partorito diventano ‘bambinocentriche’ e in pochi anni possono definire se stesse solamente con la parola ‘mamma’. E’ importante conservare sogni, ambizioni, passioni, interessi, amicizie, femminilità, vita di coppia. Altrimenti a questi bambini cosa insegniamo di nuovo? E, quando crescono, cosa rimane di noi stesse?

Scrivevi di voler diventare madre “portandoti dietro tutta te stessa ” sei riuscita a farlo?

Sì e no. Sì perché mi sento ancora molto simile, se non uguale, alla persona che ero prima di Viola. Non ho affatto perso lo spirito e la voglia di fare che avevo prima. No perché ovviamente alcune cose sono ora incompatibili con la mia vita, ma cerco comunque di fare il possibile e non avere mai rimpianti.

Nel libro concludi affermando che ci sono molti modi per essere mamma, nessuno giusto o sbagliato e che stavi cercando il tuo grazie a Viola, era il 2010, ad oggi l’hai trovato?
Che mamma sei?

Improvvisata, e si vede! Non cerco la perfezione a tutti i costi, ma tento di rendere la vita di Viola bella e felice, piena di cose che le piacciono. Vorrei avesse una di quelle infanzie che ricordi col sorriso.

Chiara Cecilia Santamaria Machedavvero
Ph. di Chiara Cecilia Santamaria -Machedavvero-

 

 

Parliamo ora della tua vita da espatriata, una scelta meditata a lungo immagino, quali erano le tue paure e quali invece i motivi che ti hanno spinto a fare questo regalo a te, ma soprattutto a Viola?

Le paure erano quelle che chiunque avrebbe avuto, dopo aver vissuto quasi 30 anni sempre nella stessa città!

Viaggiare è un conto, trasferirsi è tutto un altro paio di maniche. Bisogna fare i conti con un Paese e una cultura nuove, sistemi scolastici e sanitari diversi e non necessariamente migliori, cibo, svaghi, amicizie diverse e ovviamente… problemi diversi, primo fra tutti essere ‘soli’, ovvero senza la rete di aiuti che avevamo in Italia con ben due nonne e nonni, zii e zie pronti a farci da babysitter o aiutarci in caso di necessità. Ma dopo qualche incursione nella capitale britannica, di cui ero innamorata da tempo immemore, non potevo che diventare sempre più curiosa e affascinata pensando a questa esperienza.

Inoltre, ovviamente, ci siamo trasferiti ‘per scelta’ fino a un certo punto: c’era una questione lavorativa in ballo, e purtroppo si sa com’è messa l’Italia sul fronte lavoro in questo periodo.

Trasferirci è stata una scelta che abbiamo fatto anche per Viola: diventare bilingue a cinque anni è impagabile, la invidio molto, ha un accento british incredibile!

Chiara Cecilia Santamaria - Machedavvero
Ph. di Chiara Cecilia Santamaria -Machedavvero-

Nella quotidianità della vita londinese c’è qualcosa a cui non ti abituerai mai e viceversa qualcosa che sei felice di aver lasciato in Italia?

Non mi abituerò mai a certe bizzarrie degli inglesi come l’abitudine a vestirsi leggeri anche con un freddo incredibile, l’alimentarsi in modo discutibile e l’abitudine delle scuole di non dare tovaglioli a pranzo e incoraggiare i bambini a pulirsi…con le maniche! (tutti in coro: bleeeeaaaah!) Inoltre non amo il loro consumo di alcol eccessivo, culturalmente approvato. Trovo poi che i loro sistemi scolastici e sanitari siano davvero pessimi, purtroppo, ecco perché non penso resteremo qui “per sempre”.

Invece sono felicissima di aver trovato un Paese dove finalmente si nota quanto il senso civico possa fare la differenza: il menefreghismo per la città e le sue strutture, lo spirito ‘furbetto’ tutto Italiano di fregare sempre il prossimo, la maleducazione gratuita qui non esistono.

Le cose funzionano perché la gente ne ha rispetto. Con questo mi riferisco a varie situazioni: dall’altalena al parco dei bambini – che non troverai mai divelta – al marciapiede immacolato – perché visto che TUTTI raccolgono la cacca del loro cane tu ti vergogni a NON farlo (esattamente l’opposto di quello che accade in Italia al coro di ‘ma tanto lo fanno tutti’), dalla fila alla posta – nessuno tenterà di passarti davanti perchè ‘deve solo chiedere una cosa’ – al politico indagato per non aver pagato UNA multa – che qui si dimette da solo, altro che doverlo cacciare. Inoltre mi piange il cuore a vedere come l’Italia, che davvero potrebbe essere il primo Paese al mondo grazie alle bellezze naturali, culturali, storiche che ha, sappia valorizzarle così poco mentre qui la più piccola opera d’arte diventa un evento.

Mentre Pompei cade a pezzi, una mostra organizzata dal British Museum sulla stessa città incassa in due mesi quanto un museo italiano in un anno, non è assurdo?

Eppure ci sono tanti cervelli brillanti in Italia che potrebbero fare questo e anche meglio. Purtroppo finché non interiorizzerà un po’ di quel senso civico di cui sopra e si continuerà a dare spazio ai ‘furbetti’, non credo cambierà molto.

Chiara Cecilia Santamaria
Ph. di Chiara Cecilia Santamaria -Machedavvero-

Ora che i pampers sono stati diciamo “archiviati” hai più tempo libero? Come lo trascorri il tempo libero e che opportunità offre Londra?

Ovviamente divido le giornate tra il mio lavoro di freelance e il tempo dedicato a Viola. Quando posso, spesso nel weekend, sfrutto le mille e un’opportunità che questa città offre. Vedo molte mostre e spettacoli (tanti eventi sono anche gratuiti), esploro la città, giro per mercatini, scopro nuovi bar e locali nel weekend e ultimamente ho ripreso a studiare danza, la mia grande passione da sempre.

Progetti futuri: pensi di rimanere all’estero, magari in un altro paese, o prima o poi rientrerai in Italia?

A me piacerebbe restare all’estero, ancora per un po’. Nel lungo termine mi piacerebbe sicuramente tornare in Italia, ma non ora. In Italia ci sono stata già molto tempo, adesso (idealmente) c’è tutto il resto del mondo da scoprire!

Se dovessi fare un bilancio ora come sarebbe? rifaresti tutto quanto? C’è qualcosa che affronteresti in modo diverso?

Non amo i bilanci. Il mio percorso e le mie scelte mi hanno portato tante cose belle, ma anche alcune cose che non ho vissuto bene, alcune ombre che credo resteranno con me per sempre. Non so ovviamente dire come sarebbe stata la mia vita se avessi preso altre strade, chi può dirlo? Avrei aperto un blog? Forse. Avrei scritto comunque un libro? Chissà. Sarei qui a rispondere ad un’intervista? Magari sì, ma sarebbero state domande completamente diverse. E le possibilità sono talmente tante, che preferisco non pensarci troppo.

Cosa vorresti dire a chi sta maturando l’idea di espatriare per motivi lavorativi o semplicemente per ricostruirsi una vita ed è ancora nel limbo?

Siate innanzitutto pragmatici: non pianificate di espatriare senza un piano. Non esiste il Paese dei Balocchi dove la gente è lì ad aspettarti per offrirti un lavoro. Prima di fare i bagagli quindi occorre avere un’offerta di lavoro o quantomeno la promessa di qualche colloquio. Non appena si materializza un’occasione lavorativa fatelo, assolutamente! Fatelo adesso finché siete giovani, fatelo perché vivere all’estero non potrà che arricchirvi e farvi scoprire sensazioni, stimoli, idee, luoghi, persone, che restando nel vostro Paese non avrete mai occasione di conoscere. E fatelo semplicemente perché il movimento e il cambiamento sono positivi, sempre.

Photo Credits: Chiara Cecilia Santamaria di Machedavvero blog

 

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