Caviardage: per fare poesia senza essere poeti
Vieni a un corso di caviardage?
Non sapevo assolutamente di cosa parlasse così ho guardato un po’ in rete e quel che ho visto mi ha conquistato ma non ho volutamente leggere nulla.
Ho solo guardato, e i lavori che ho trovato nelle gallery mi ricordavano molto i lavori di art journal e quindi d’istinto ho accettato il suo invito e mi sono iscritta.
A guidarci durante il corso, c’era Isabella Ciampi, insegnate certificata del metodo caviardage che invece di introdurci immediatamente al corso ci ha preparato sul tavolo, intorno al quale eravamo disposti una serie di carte con illustrazioni fatte da bambini migranti, chi ha chiesto di scegliere d’istinto una carta e l’illustrazione della carta scelta è stato l’incipit del racconto che ciascuno partecipante ha fatto di sé.
Ha poi illustrato attraverso delle diapositive cos’è il caviardage e condivido con tutte voi quello che ho imparato anche io.
Il metodo caviardage nasce da un’ idea di Tina Festa che dal termine francese cavialeggiare, ossia annerire, ha preso il nome per questa tecnica che ha come scopo attraverso l’annerimento delle parole che non ci servono per lasciare in evidenza quelle che ci colpiscono, la possibilità di fare di queste parole un dettato dell’anima.
Il testo sul quale si lavora è un foglio strappato da un qualsiasi libro; l’attenzione non va posta a ciò che si legge, l’occhio deve scivolare veloce sulla pagina come se sfiorasse una superfice a pelo d’acqua.
Ci si deve lasciar rapire solo da un massimo di dieci dodici parole; che con la tecnica del caviardage diventeranno gli elementi di un pensiero poetico.
Vi assicuro che è stato magico formarsi sotto i miei occhi la mia prima poesia, quando ognuno di noi ha letto il proprio componimento.
Ci siamo resi conto che tutti avevamo espresso in maniera poetica ciò che era venuto fuori al momento della presentazione.
Ciascuno di noi aveva trasferito un po’ di se stesso ad un foglio scelto a caso e vi aveva letto la propria storia.
Al di là della tecnica base che consiste, abbiamo detto, nell’ annerimento del testo che non ci serve per poi unire in maniera del tutto personale le parole perché formino un pensiero poetico, la pagina e il testo possono essere trattati in maniera artistica scegliendo pastelli, tempere matite per eliminare il testo.
Scegliere immagini per evidenziare le parole o modi creativi per connetterle tra loro per creare un motivo bello.
Non ci sono limiti alla fantasia e alla voglia di esprimersi artisticamente.
Tutti i partecipanti hanno condiviso le proprie conoscenze con un arricchimento che solo la sinergia creativa può donare.
Non vi resta che mettere una musica suggestiva in sottofondo, strappare un foglio oppure stampare la vostra canzone preferita o addirittura lavorate su un’altra poesia.
Poi colori timbri e tanta voglia di sperimentare e senza che ve ne accorgiate siete diventate delle novelle poetesse dell’anima!
Rosy