La discrezione nel bon ton del viaggiatore
La discrezione come regola del bon ton del viaggiatore: farsi i fatti propri senza disturbare gli altri.
Un viaggio, se fatto in solitaria, può esser l’occasione per concedersi cose che richiedono concentrazione.
E silenzio (qui).
Perché guardare un film, leggere… scrivere sono cose da fare da soli, senza rumori e per conto proprio, senza creare disturbo al vicinato.
Gli aerei solitamente mi accompagnano a fare “gite”, quindi all’andata studio l’itinerario e al ritorno ripenso e sogno delle cose che ho visto e dei posti che ho visitato. Coinvolgimento dello sconosciuto seduto accanto: zero. Nel mio caso lo infastidirebbe l’ingenua euforia con cui mi sono imbarcata.
In generale, però, è sempre meglio non rendere partecipe dei nostri pensieri chi ci siede accanto. Sicuro non è interessato.
Seguendo il principio del “farsi i fatti propri”, da sempre io in treno studio o leggo. Aprendo libri o computer, trasformo le ore del viaggio in tempo produttivo. Non debordo dagli spazi, mi accontento del minuscolo tavolino in dotazione e mi butto sul lavoro. Insomma, faccio mio la regola della discrezione!
Se avete dei bambini, impegnatevi con attività tutte per loro: un libro da colorare, dei fogli per disegnare o un gioco da fare insieme (a bassa voce!).
Se il viaggio è lungo, è concesso anche un film, ma con le cuffie! È importante che loro imparino subito a stare in mezzo alla gente in piena autonomia, per esser i viaggiatori da Galateo del domani.
Come in tutte le cose che rappresentano il buon vivere civile, nel viaggiare servono buon senso ed educazione. Sicuramente voi sapete cosa sia più adatto a intrattenere i vostri figli (o voi stessi!) da un lento e noioso viaggio.
Caterina Pascale Guidotti Magnani